Le ragioni di una nuova sinistra
Spazio politico. All'Sms di Rifredi tutto esaurito per l'incontro con
Sergio Cofferati e Norma Rangeri. Che ammonisce: "La sinistra non deve
essere vintage, né andare in ordine sparso"
Studiando con grande attenzione la realtà, osserva l'europarlamentare ex
Pd, e pensando a chi dobbiamo rappresentare. Con valori comuni, ed
evitando fraintendimenti: "Al Quirino è nato un gruppo parlamentare. Non
un partito".
di Riccardo Chiari il manifesto 18.11.15
FIRENZE C’è vita a sinistra? L’interrogativo posto da Norma Rangeri, e
che i lettori del manifesto ben conoscono, meriterebbe una risposta
affermativa: in un anonimo lunedì sera c’è il tutto esaurito nella sala
grande della gloriosa Sms di Rifredi, per una discussione aperta sul
tema “I valori della sinistra, le ragioni del futuro”. “Ma la sinistra
non deve essere vintage – ammonisce subito la direttora a una platea di
over 40, delusi dal Pd ed orfani del centrosinistra – né può andare in
ordine sparso, vittima spesso e volentieri di protagonismi, di
localismi, e come al solito chiusa alle candidature femminili”.
Sono difetti antichi, cui Rangeri aggiunge una carenza modernissima: “Il
dibattito sulla sinistra sviluppato sul giornale nei mesi scorsi è
stato ampio, approfondito, critico, utile. Ma c’è stato un buco nero
nella discussione: la comunicazione di ciò che pensiamo. Militare al
giorno d’oggi, ci ricorda Pablo Iglesias, vuole dire studiare i nostri
avversari politici alla radio, sul web, in tv”. Per capire i loro
meccanismi di comunicazione, ed elaborare anticorpi efficaci nell’epoca
odierna, preconizzata da McLuhan. Quella nella quale il medium è il
messaggio.
La presenza di Sergio Cofferati in sala è un catalizzatore fortissimo.
Chi passa per caso è incuriosito, e una volta saputo che ci sono
Cofferati e la Rangeri che discutono di una sinistra unita, sospira:
“Speriamo”. “Certo che dobbiamo provarci — sembra rispondere
l’europarlamentare ex Pd, che da segretario Cgil portò tre milioni di
italiani in piazza a difesa dell’articolo 18 – ma stando attenti a non
commettere gli errori del passato. Pensando a chi vogliamo
rappresentare. Studiando con grandissima attenzione la realtà odierna. E
sapendo in partenza che proporre di tornare indietro sarebbe la cosa
più semplice da fare ma la meno efficace. Perché la disinformazione, in
questi anni, ne ha fatta di strada”.
Sul punto vale la battuta di Rossano Rossi: “Ora mi dicono che il lavoro
c’è di nuovo – racconta il segretario della Camera del lavoro di Empoli
– eppure davanti alla Cgil ho la fila di persone che lo cercano. Allora
rispondo che dobbiamo vederci: io porto i disoccupati, gli altri
portano il lavoro”. “Anche qui tutto è cambiato – tira le somme Rangeri –
è difficile incasellare il lavoro. I tempi di un lavoro diventato
sempre più povero”. E che pure resta uno dei valori fondanti della
sinistra. Valori sui quali Cofferati è netto: “Se i valori sono comuni,
non è difficile poi declinare le scelte sul territorio”.
Di tempo, osserva Rangeri, non ce n’è molto: “Dobbiamo ricostruire il
campo della sinistra in non più di 18 mesi, quando presumibilmente
torneremo a votare”. E le cose da fare sono tante. Guardando anche –
soprattutto – all’Europa. “Si può avere una politica economica se le
politiche fiscali sono diverse da paese a paese? – chiede Cofferati –
Ovviamente no. Sarebbe necessario trasferire le potestà statuali
nell’Unione, completando il percorso che avevano in mente Schumann e
Spinelli”. Quanto all’Italia, provarci è un dovere. Il terreno è ancora
fertile. “Ma attenzione – ripete due volte Cofferati – ad evitare
fraintendimenti: al Quirino è nato un gruppo parlamentare. Non è un
partito”.
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