Risvolto
Ancora oggi capita di trovare ragazzi che
chiedono: «Cos’era San Babila?» mentre nelle loro menti passano gli
stereotipi dei “fascio-bar” con occhiali Ray-Ban e scarpe Barrow’s,
oppure dei truci e annoiati picchiatori da diporto.
La risposta la dà
questo lavoro di Cesare Ferri, che non è un mero saggio analitico. Le
sue sono pagine di un memoriale che offre la ricostruzione talvolta
dolorosa, mai autocelebrativa, di una giovinezza ribelle, nutrita di
sogni e di ideali, ma ancor più di azioni e di battaglie. La scelta di
scrivere un’autobiografia, di certo, non deve essere stata facile per
l’Autore, avendo egli messo in conto il rischio di esporsi alle critiche
e ai giudizi malevoli di molti.
Ma soltanto un’autobiografia autorevole poteva spazzare via tanti sentito dire, tante millanterie, supposizioni e leggende
metropolitane di cui il “mito” di San Babila si è nutrito per quasi
quarant’anni e restituire onore e dignità ai numerosi camerati
altrimenti ridotti dalla vulgata sanbabilina al rango di elementi
folkloristici o, peggio, a derivati malavitosi (Guido Giraudo)
In "San Babila. La nostra trincea" Cesare Ferri, ex Ordine Nero, racconta gli anni Settanta con un'autobiografia senza sconti per nessuno
Antonio Lodetti il Giornale - Mar, 01/12/2015
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