il nuovo mondo dei robot Maurizio Molinari Stampa 26 2 2017
Un film sull’Amazzonia che viene dalla Virginia, un drone-motocicletta russo ed un singolare maestro di tennis del Sol Levante consentono di affacciarci sull’accelerazione in corso nello sviluppo di realtà virtuale, robotica e intelligenza artificiale che promette di trasformare la vita degli abitanti del Pianeta entro la metà del secolo.
«Under the Canopy» è il film realizzato da «Conservation International», con sede ad Arlington in Virginia, che inizia dalla cima di un albero Ceiba di 60 metri e consente di esplorare l’Amazzonia immergendosi nella sua realtà virtuale grazie alla tecnologia dei video che permettono una visione a 360 gradi, accompagnati dalla guida Kamanja Panashekung, appartenente ad una delle 350 comunità indigene della foresta.
L’apposito visore per la realtà virtuale o i video «a tutto tondo» offrono un modo di conoscere la realtà avvicinandosi all’effetto della realtà aumentata che grazie ai «Pokémon Go» ha fatto generare all’omonima app il record di un miliardo di dollari di entrate nei sette mesi trascorsi dal suo debutto, lo scorso luglio.
È interessante notare che nonostante il travolgente successo di «Pokémon Go», secondo il sondaggio «ReportLinker», ben il 58 per cento degli americani «non sa bene cosa sia la realtà aumentata». Ciò significa che si tratta di un’innovazione capace di attirare attenzione e consumi anche da parte di chi non la conosce.
Una delle spiegazioni, secondo Blair MacIntyre della «School of Interactive Computing» di Georgia Tech, è che «manca ancora qualche anno allo sviluppo di prodotti di massa della realtà aumentata» per il semplice motivo che quelli al momento disponibili sono pochi e ancora troppo cari. Proprio per accelerare tale processo MacIntyre sta lavorando alla realizzazione di un browser per Mozilla immaginato per consentire di navigare nella realtà aumentata immergendosi dentro immagini e notizie, e non più guardandole «dal di fuori» come adesso.
L’intelligenza artificiale corre a pari velocità ed a dimostrarlo è un robot giapponese di nome «Forpheus» dotato di visori e sensori che gli consentono di seguire una pallina da tennis 80 volte al secondo. Il risultato è il «primo robot maestro di tennis da tavolo del mondo» come certificato questo mese dal Guinness World Record che gli riconosce «intelligenza tecnologica e capacità di educazione uniche». Algoritmi e intelligenza artificiale permettono a «Forpheus» di sapere dove sta una pallina per poter guidare uno studente ma anche di valutare le caratteristiche tecniche dei giocatori al fine di poterli addestrare nella maniera più efficace. Taku Oya, che ha realizzato il robot-tennista per Omron Corporation, assicura che «l’intento non è solo insegnare tennis da tavolo ma aiutare ad armonizzare il rapporto fra robot ed esseri umani» per il semplice motivo che «nei prossimi 20 anni potrebbe diventare possibile che sia un robot ad insegnare ad un robot o a sviluppare un robot». Ovvero, tagliare il traguardo della «singolarità tecnologica» ipotizzata negli Anni Cinquanta del secolo scorso dallo scienziato John von Neumann e teorizzata da Cray Kurzweil come «forma di super-intelligenza artificiale capace di generale altra intelligenza» eguagliando gli umani.
Colpisce che l’orizzonte di tempo di Taku Oya coincida con l’obiettivo dei ricercatori della RoboCup - che quest’anno si terrà a Nagoya, in Giappone - di arrivare entro metà secolo alla creazione di una squadra di robot calciatori «capaci di vincere contro qualsiasi squadra di umani del mondo», inclusi Brasile o Germania. In attesa di sapere se i robot calciatori riusciranno a disporre di sensori capaci di farli «pensare con i piedi» dalla Russia arriva - o meglio, decolla - «Scorpion-3», il prototipo di una motocicletta capace di levarsi in cielo come un drone portando sopra di sé un guidatore. L’«Hoversurf» - questo il nome della moto volante - possiede sistemi di tecnologia e sicurezza tali da poter diventare un «mezzo di trasporto di massa». Un taxi-drone sopra Dubai e Manhattan oppure un avveniristico mezzo di trasporto dei soldati del Pentagono sul campo di battaglia, per piombare sul nemico dall’alto. Ma in California c’è una compagnia - l’Aero-X - convinta di poter battere sul tempo i rivali russi, realizzando un velivolo-motocicletta capace di volare a 2 metri di altezza a 72 km orari. Insomma, il conto alla rovescia verso la «singolarità tecnologica» è già iniziato.
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