sabato 9 gennaio 2010

Lotta generazionale o conflitto politico-sociale? La contestazione degli studenti all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Urbino: un'iniziativa giusta con gli argomenti sbagliati


Ieri mattina si è svolta l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Urbino, con una lezione dell'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. Temevo che non potesse andare peggio. Da cancelliere Schroeder era stato protagonista di una svolta centrista della SPD, sulla scia del New Labour di Blair, e aveva varato un programma di controriforme sfociato in un parziale smantellamento del welfare tedesco. Inoltre, con Schroeder la Germania ha partecipato alle operazioni militari NATO contro la Jugoslavia e in Afghanistan (in precedenza la Germania aveva avuto un ruolo chiave nell'innescare la secessione di Croazia e Slovenia). Schroeder è stato invece contrario alla guerra in Iraq ma questo non bastava certamente a fugare le perplessità suscitate dalla sua presenza a Urbino. Tuttavia il suo discorso di ieri è stato molto equilibrato ed efficace: europeismo, collaborazione con la Russia, attenzione alla Cina, multipolarismo, integrazione dei migranti, dialogo con l'Islam, salvaguardia del modello di Welfare europeo, ecc. ecc.


La cerimonia, un po' ingessata, è stata per fortuna movimentata dall'intervento del movimento studentesco, i cui portavoce hanno preso il microfono e hanno distribuito volantini per protestare contro la controriforma Gelmini, la mercificazione del sapere e la precarizzazione del mercato del lavoro. Si è trattato di un'iniziativa giusta e condivisibile. Semmai bisognerebbe criticare gli studenti di Urbino perché si muovono troppo poco e appaiono per lo più fancazzisti, apatici e concertativi: del resto, è la generazione più de-ideologizzata e inconsapevole da 30 anni a questa parte e lo si capisce anche dagli interlocutori che in questi anni hanno voluto scegliersi. Del tutto inaccettabili sono state invece le argomentazioni con le quali gli studenti hanno spiegato la loro azione. L'idea che il conflitto sociale abbia oggi una prevalente natura generazionale, che si tratti cioè in sostanza di una lotta tra giovani precari che premono per accedere alla piena cittadinanza e vecchi garantiti che difendono le loro trincee,, è non solo sbagliata sul piano storico, economico e sociologico ma è pericolosa e controproducente su quello politico. Non è questo il senso della crisi italiana, dagli anni Settanta ad oggi. Con tutte le loro buone intenzioni, gli studenti di Urbino - che si sono chiaramente accodati qui alle posizioni del collettivo romano ESC e dei negriani - fanno in questo modo il gioco di Tremonti, Brunetta, Sacconi e di tutte quelle forze che puntano al modello della flexsecurity come atto finale della distruzione dello stato sociale in Italia.

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