sabato 9 gennaio 2010

Rosarno brucia, Riace vive. Ma è un'eccezione che non risolve il problema


Solo pochi giorni fa. Rosarno, 4 gennaio 2010. Sono le nove del mattino e lungo la strada che porta alla stazione centinaia di migranti aspettano che il caporale o il capobastone della 'ndrina passi a caricarli sul furgone e a portarli nelle campagne per la raccolta delle arance. Facce assonnate, tristi, rassegnate, in una città che già porta su di sè i segni della disperazione, dell'abbandono, della questione meridionale . La materializzazione della schiavitù in quelle forme postmoderne che ricordano tanto il feudalesimo. Un giorno si ribelleranno, pensavamo, e dovremmo trovare il modo e le forme per ribellarci tutti insieme, pensavamo. Non può continuare così. Poi il treno, Roma, Urbino...
In Italia torna in forme durissime ma inusitate la lotta di classe che - e in questo caso è del tutto evidente - è sempre anche una lotta per il riconoscimento. C'è un'alternativa alla guerra tra poveri e non è la carità o il semplice umanitarismo ma, come indica il commento della Rete dei Comunisti, l'unità dei subalterni contro le forze dello sfruttamento. In questo senso l'esperienza di Riace è lodevole ma insufficiente e drammaticamente impotente di fronte al rilievo politico di questo problema [SGA].

Furore a Rosarno. Scene di lotta di classe nell'Italia del XXI Secolo
Rete dei Comunisti

Il "riot" di Rosarno è, dopo quello di Castel Volturno, una delle più visibili rivolte dei lavoratori immigrati.avvenute in Italia. Le dinamiche della rivolta sono partite da una gratuita provocazione causata da alcuni abitanti locali di Rosarno che hanno iniziato a sparare contro un gruppo di immigrati. Questa è stata la scintilla che a provocato la rivolta. Il riot ha ricordato, non tanto nelle quantità ma nella qualità, le rivolte delle banlieu francesi o dei ghetti statunitensi, dove la rabbia si scaglia contro tutto, perché tutto è precluso, una macchina, una casa, un lavoro, una vita… Anche questa è una delle tante facce della crisi e dei suoi effetti nei nostri territori...


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