martedì 9 luglio 2013
Mancava solo la filosofia dei beni comuni ma anche questa grave carenza è stata risolta
Laura Pennacchi: Filosofia dei beni comuni. Crisi e primato della sfera pubblica, Donzelli
Risvolto
«Bene comune e beni comuni, sfera pubblica, qualità della vita: si
tratta di quei beni che non sono proprietà di nessuno, come l’acqua,
l’aria, il clima, le risorse del mare, la biodiversità, le orbite
satellitari, le bande dell’etere, la conoscenza, la cultura…».
La questione dei beni comuni sta assumendo un ruolo centrale nel
dibattito pubblico e nella mobilitazione politica. In Italia, di recente
– per fare un solo esempio – essa ha rappresentato un elemento
imprevisto e dirompente di manifestazione della volontà popolare, in
sede referendaria. I beni comuni sono quei beni che non sono proprietà
di nessuno. Essi non riguardano solo le componenti naturali quali gli
ecosistemi e le risorse non riproducibili,ma anche le forme della
conoscenza, il capitale sociale, le regole, le norme, le istituzioni. In
quanto tali, dunque, i beni comuni si ritrovano per definizione al
centro di alcune tra le problematiche cruciali del nostro tempo.
Dall’irrompere del dramma ambientale e del riscaldamento climatico al
manifestarsi delle conseguenze della globalizzazione sregolata – con i
suoi esiti di mercificazione esasperata generati dall’economia
neoliberista – all’esplodere della crisi finanziaria globale: tutto
impatta sui beni comuni. In senso critico, generando minacce di nuove
dissipazioni, che vanno dal degrado allo spreco, dall’abuso alla
mancanza di cura. Ma anche in senso positivo, di nuove opportunità che
si presentano. Naturalmente, in quanto presupposti indispensabili della
vita e della società umane, i beni comuni sono sempre esistiti; ma non
sempre si è avuta coscienza della loro essenza, che risiede in primo
luogo nell’essere «il limite» senza il quale si compie la «tragedia». In
questo libro, attraverso un’argomentazione rigorosa che tocca i campi
della filosofia, dell’economia e della politica, Laura Pennacchi offre
per la prima volta al lettore italiano una sintesi essenziale sul tema,
proponendo anche la sua originale impostazione: i beni comuni non si
identificano né col «privato» né col «pubblico»; sono piuttosto un terzo
elemento chiamato a triangolare con gli altri due. Essi rappresentano
non il punto di vista dell’individuo, né quello dello Stato, quanto
piuttosto quello – ricco di umanità solidale – della persona.
Articolo di Corrado Ocone, Libero
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