« Lamentable »
On y trouve des propos critiques à l'égard du judaïsme, du christianisme, du nihilisme, mais aussi de l'américanisme, de l'impérialisme anglais et du bolchevisme, ainsi que du nazisme – tous ces "ismes" étant par endroits pris dans la même critique de la Machenschaft (le règne de l'efficience totale). Ce qui n'est évidemment pas sans poser problème.
« Précision à destination des ânes »
A ma connaissance, hormis en un sens la lettre indignée de Heidegger à Hannah Arendt de l'hiver 1932-33 (p. 70-71), c'est la première fois qu'on trouve formulé en toute lettres un rejet aussi direct de l'antisémitisme. Plusieurs des propos touchant le judaïsme se présentent comme des réponses et des oppositions par rapport au discours antisémite raciste des nazis.»
Le paradoxe Heidegger
«Quaderni neri»
Guerra Francia-germania per il filosofo antisemita
«Nouvel Observateur» pubblica inediti scritti heideggeriani contro gli ebrei Sull’esegesi di «trappole del giudaismo» si azzuffano filologi delle due nazioni
12 dic 2013 Libero GIANLUCA VENEZIANI
Ad accrescere la leggenda nera su Martin Heidegger ci pensano adesso i Quaderni neri. Il prossimo 13 marzo verranno infatti pubblicati in Germania, dall'editore Klostermann, gli Schwarzen Hefte, 1200 pagine di appunti inediti, scritti dal filosofo tedesco tra 1931 e 1946, che dimostrerebbero in modo inoppugnabile il suo antisemitismo. Nel frattempo il curatore dell’opera, lo studioso tedesco Peter Trawny, sta per pubblicare un saggio intitolato Heidegger: I Quaderni neri e l’antisemitismo storico che, a partire dall'inedito heideggeriano, dimostra quanto il disprezzo del pensatore nei confronti degli ebrei fosse radicato, seppur su basi diverse dall'ideologia antisemita del nazismo.
Sembrerebbe un invito ai giudei ad autoghettizzarsi e quindi una legittimazione dell'odio razziale, ma poco dopo Heidegger corregge il tiro, rimarcando: «Precisazione a destinazione degli asini: queste considerazioni non hanno niente a che fare con l’antisemitismo. Il quale è sia insensato che abietto». La polemica heideggeriana contro il giudaismo va dunque fatta rientrare nella sua insofferenza verso tutti gli «-ismi»: il nichilismo, l’americanismo, il bolscevismo e il giudaismo, certo, ma anche il nazismo e l'antisemitismo.
Ciò non toglie che alcune valutazioni del filosofo nei Quaderni suonino fuori luogo. Come scrive un altro esperto di Heidegger, Stéphane Zagdanski, «qui uno spirito eccezionale perde la sua lucidità sotto l'effetto di una fascinazione deleteria», cosicché «alcune sue frasi assumono la forma di una cretineria costernante e di un'imbecillità molto comune». L'errore di metodo tuttavia, secondo Zagdanski, è trasferire i giudizi ingenui o farneticanti di questi quaderni all'intera opera heideggeriana, derubricando la sua filosofia a un pensiero antisemita tout court. Per questo, scrive lo studioso, «bisogna mantenersi saldi contro chi, come Trawny, ritiene che il pensiero di Heidegger sia contaminato di antisemitismo. La sua è un'interpretazione deli-
Sopra un’immagine di Martin Heidegger. La sua opera principale è «Essere e tempo» viene interpretata infatti come un approdo all'esistenzialismo. La posizione di Heidegger verso il nazismo rimane un argomento controverso, la cui discussione tra gli studiosi è ancora aperta rante». Non è la prima volta che la pubblicazione di un volume su Heidegger crea una cesura nel mondo accademico. Nel 2005 Emmanuel Faye diede alle stampe il saggio Heidegger, l'introduction du nazisme in philosophie, in cui sosteneva la matrice nazista del pensiero heideggeriano e viceversa, citando, tra l’altro, un’espressione tratta dalle lettere del filosofo alla moglie Elfride: «La giudaizzazione della nostra cultura e delle nostre università è in effetti spaventosa, e ritengo che la razza tedesca dovrebbe trovare sufficienti energie interiori per emergere».
In risposta, un gruppo di studiosi facente capo a François Fédier scrisse il libro Heidegger à plus fort raison, in cui difendeva la grandezza del pensiero heideggeriano da queste critiche «approssimative».
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