venerdì 21 marzo 2014

Digitalizzati 80.000 manoscritti della Biblioteca Vaticana


21-03-2014 corriere della sera 22


I manoscritti della Vaticana ora in digitale
Pier Francesco Borgia - il Giornale Ven, 21/03/2014


L’Iliade Vaticana del 1400 oggi si consulta on line
di Andrea Valdambrini il Fatto 8.4.14

Ottantadue mila manoscritti, per un totale di oltre 4 milioni di pagine: un patrimonio immenso che si apre al mondo per la prima volta. E poi la sensazione di mettere piede, anche se solo in modo virtuale, in un luogo mai visto prima. La Biblioteca Apostolica Vaticana – fino ad oggi un tempio per studiosi, praticamente inaccessibile al grande pubblico – sceglie la strada della digitalizzazione del proprio archivio. Sembra proprio un progetto complesso e ambizioso (il cui costo complessivo è di 18 milioni di dollari), quello grazie al quale andranno online testi preziosissimi, incunaboli, volumi rari o unici raccolti nella biblioteca fondata a Roma nel 1451 da papa Niccolò V e resa ufficiale da papa Sisto IV pochi anni dopo. Un cambiamento impensabile fino a poco tempo fa. Certamente epocale per gli studiosi e gli appassionati di volumi antichi, anche se forse un po’ meno per il grande pubblico dei non esperti. 
MA COME SI articola esattamente il progetto? “Sul web si vedranno tutti i manoscritti digitalizzati, pagina per pagina”, spiega al Fatto il prefetto della biblioteca, monsignor Cesare Pasini. Certo, si tratta di un lavoro che richiede tempo. “L’idea è nata in fase pre-crisi economica. Allora si stimavano 10 anni per mettere online tutti gli 82.000 volumi della Biblioteca apostolica. Ora che i tempi sono cambiati, partiamo per 4 anni e dopo si vedrà”. Dunque, sulla fine dell’opera, al momento, ci si limita a incrociare le dita. Si parte con la messa in digitale, e in rete, di 6000 volumi. “Parliamo di 3000 manoscritti che vengono messi online grazie alla collaborazione con una società giapponese di information technology, NTT Data. Giusto per avere un’idea di quello che verrà reso accessibile nella prima fase, tra le tante meraviglie troviamo un manoscritto azteco di epoca precolombiana, un altro manoscritto del 1613 testo di un giuramento, sottoscritto da 42 cristiani giapponesi di Kuchinotzu per difendere i loro missionari fino alla morte, una Iliade in greco e latino di un copista del 1400 poi miniata nel 1600, la rinascimentale Bibbia urbinate e le illustrazioni alla Divina Commedia di Sandro Botticelli. Ma come si passa concretamente dal manoscritto al web? Si tratta senza dubbio di un lavoro di squadra: “Circa 20 fotografi” prosegue il prefetto Pasini “lavorano su due turni ogni giorno, utilizzando anche 5 scanner contemporaneamente. Ci sono altre persone che controllano le foto, ad esempio gli esperti di restauro che hanno cura che le pagine fotografate non abbiano subito danni. Poi ancora c’è l’équipe di chi fisicamente porta ogni giorno i volumi (come si immagina, devono essere trattati con cura) nelle sale degli scanner. E infine tutti quelli che si occupano dell’organizzazione e della logistica delle sessioni di scannerizzazione”. 
Una porzione dell’intero progetto, già avviata lo scorso dicembre, viene svolta in coordinamento con la Bodleian Library di Oxford, dove si conserva una copia della Bibbia di Gutemberg. Perché quello che ieri rappresentava la stampa, in termini di accesso al sapere, oggi lo fa il web.

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