mercoledì 16 aprile 2014

Quando la borghesia italiana giocava a fare la rivoluzione con le pistole altrui

Terrorismo rosso: un libro cerca di fare luce sulla «zona grigia»
Più che di fiancheggiatori bisognerebbe parlare di incoscienti. Certo, le liste di proscrizione a tempo scaduto sanno un po' di sciacallaggio [SGA].

Massimiliano Griner: La zona grigia. 
Intellettuali, professori, giornalisti, avvocati, magistrati, operai. Una certa Italia idealista e rivoluzionariaChiarelettere pagg. 304, euro 16

Risvolto

Una nuova puntata di Chiarelettere su potere e terrorismo. Una storia mai del tutto chiarita, i cui protagonisti sono in parte ancora presenti sul palcoscenico della politica e della società. Migliaia di persone (non meno di 10.000 i fiancheggiatori delle Br secondo un rapporto del Pci), tra simpatie, silenzi, complicità indirette o scoperte, hanno reso possibile una guerra che ha lasciato troppi morti e feriti e che ha infangato il sogno di giustizia di tanti giovani impegnati allora a difendere la democrazia dall'eversione fascista. Da sole le Br non ce l'avrebbero fatta a mettere in ginocchio un paese intero. In questo libro si vuole ricostruire il percorso di chi, tra le file della borghesia e anche della classe operaia, ha aderito, simpatizzato o accettato, talvolta a rischio della vita, di coprire e giustificare il fenomeno terroristico. Negli uffici, in fabbrica, nelle aule universitarie, nei giornali molti simpatizzavano con chi aveva scelto la linea di opposizione violenta allo Stato. Documenti, dichiarazioni, articoli, fatti parlano chiaro e non possono essere smentiti. Non vale ora riscrivere la propria biografia, soprattutto per rispetto nei confronti di coloro che hanno pagato duramente le loro scelte. Per rispetto nei confronti delle vittime. Talvolta è mancata una franca assunzione di responsabilità ed è prevalsa la voglia di chiudere con il passato, cancellandolo. Per paura, per vergogna, per calcolo di potere.



Scrittori, giornalisti ed editori si trovarono invischiati nella spirale della violenza. Alcuni non la capirono, altri la giustificarono

Matteo Sacchi - Mer, 16/04/2014

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