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Zivago, l’arma segreta della Cia nella Russia di Krusciov
Un libro rivela: fu Londra a passare il manoscritto di Pasternak a Washington
di Anna Zafesova La Stampa 12.6.14
«Il
messaggio umanistico di Boris Pasternak – che ognuno ha diritto alla
sua vita privata e merita rispetto come essere umano, indipendentemente
dalla lealtà politica o contributo allo Stato – è una sfida fondamentale
all’etica sovietica del sacrificio dell’individuo al sistema
comunista». E’ il 1958, la guerra fredda è in piena esplosione. Due anni
prima l’Urss ha invaso l’Ungheria, mancano tre anni alla costruzione
del Muro di Berlino e quattro alla crisi di Cuba, le due potenze
moltiplicano il numero dei missili nucleari e danno caccia agli agenti
del nemico. Ma il capo del dipartimento «sovietico» della Cia, John
Maury, trova il tempo per scrivere allo storico direttore Allen Dulles –
e indirettamente al presidente Dwight Eisenhower – memorandum che
assomigliano più a saggi di critica letteraria che a dispacci operativi.
Sul romanzo di un autore sconosciuto se non agli addetti ai lavori,
che le case editrici sovietiche si rifiutano di pubblicare, i servizi
segreti americani e inglesi lanciano un’operazione speciale che
coinvolge i migliori agenti e i massimi dirigenti. E che resta segreta
per quasi 70 anni: solo di recente la Cia ha desecretato un centinaio di
documenti sulla «operazione Aedinosaur».
Nel libro The Zhivago
Affair: The Kremlin, the Cia, and the Battle over a Forbidden Book, in
uscita negli Usa, il giornalista Peter Finn e la ricercatrice Petra
Couvée ricostruiscono questo thriller politico-letterario. In Russia la
letteratura è sempre innanzitutto un’arena di battaglia politica. Gli
zar mandavano gli scrittori al confino, Lenin esigeva la sottomissione
della letteratura al partito, Stalin leggeva con la matita in mano e poi
elevava gli scrittori al rango di eroi oppure li faceva sparire nel
Gulag. La storia del medico e poeta Yuri Zhivago – che finisce nel
tritacarne della guerra civile, ne esce inorridito e trova la salvezza
nel suo amore per Lara – oggi non sembra avere un contenuto
«sovversivo». Ma all’epoca lo era. E i «filologi» sottili della Cia se
ne rendono conto stabilendo che Il Dottor Zivago - appena pubblicato in
Italia da Feltrinelli – è «più importante di ogni altra letteratura
uscita finora dal blocco sovietico». «Una giornata di Ivan Denisovic»
non è ancora stato scritto, e Maury nota che nel romanzo «non c’è
appello alla rivolta, ma l’eresia che predica – la passività politica – è
fondamentale». E’ un’arma forse altrettanto potente dei missili, e sul
tavolo di Dulles arriva un memorandum che afferma che abbia «un grande
valore di propaganda, non solo per il suo messaggio intrinseco, ma anche
per le circostanze della sua pubblicazione».
Le circostanze sono
drammatiche: nella sua dacia di Peredelkino, il villaggio di scrittori
alle porte di Mosca, Pasternak vive nel terrore, isolato, minacciato e
denigrato. Pochi mesi dopo sarà costretto a «rifiutare» il Nobel per non
mettere a rischio la sua vita e la sua libertà. La Cia – che paragona
la persecuzione del poeta a una «Ungheria letteraria» - intanto sta
dando la caccia al manoscritto in russo. Che riesce ad ottenere però
soltanto dai colleghi dell’Mi-6: due microfilm la cui origine resta
ignota, perché nei file desecretati la Cia cancella tutti i nomi e gli
007 di Sua Maestà si rifiutano di aprire i loro archivi. Copie del
Dottor Zhivago erano in possesso di russologi di Oxford che avevano
visitato il poeta a Mosca, e ovviamente di Feltrinelli. Ma non si sa se
fu uno di loro a consegnare all’Mi6 il manoscritto o se venne copiato di
nascosto.
Sono gli inglesi a consigliare di diffondere il romanzo, e
la Cia si trasforma in casa editrice. Le voci che aiutò Pasternak ad
avere il Nobel non vengono confermate dall’archivio, ma fece di tutto
per «promuoverne la pubblicazione in più lingue». L’edizione in russo
viene stampata in Olanda, dopo che Pasternak chiede di non pubblicarlo
negli Usa per non aggravare la sua situazione. Il libro è distribuito a
eventi internazionali dove sono presenti sovietici. Il primo lancio
avviene al padiglione del Vaticano della Fiera universale di Bruxelles.
L’attività editoriale ormai appassiona la Cia, e mentre Dulles continua a
ricevere analisi raffinate (in una si sostiene che Pasternak è
fondamentalmente «alieno» alla tradizione russa, il che gli avrebbe
permesso di tradurre Shakespeare e Goethe), la Cia si mette a stampare
il romanzo. Per facilitare il contrabbando arriva anche un’edizione in
miniatura, «facile da nascondere nella tasca dei pantaloni», riferisce
l’autore dell’idea.
Il progetto Aedinosaur coinvolge inevitabilmente
anche Giangiacomo Feltrinelli, che l’onnisciente Agenzia menziona
spesso, qualche volta sbagliandone il cognome (Previtelli e poi
Feletrinelli) ma non dimenticandosi mai di qualificarlo come
«comunista». Ma alla fine del 1958 al direttore della Cia viene chiesto
di far avere all’editore italiano un visto Usa (che in quanto militante
di sinistra non avrebbe potuto ottenere) perché «nessun evento recente è
stato così lesivo per l’immagine dell’Urss come la pubblicazione di
Pasternak da parte di Feltrinelli».
Pasternak muore nel 1960 e il suo
funerale diventa una manifestazione di protesta. Olga Ivinskaya, il
prototipo di Lara che gestì le trattative con Feltrinelli, finisce in
carcere proprio mentre il mondo si innamora della sua eroina portata
sugli schermi da Julie Christie. E per gli scrittori russi – e per la
Cia – si apre una battaglia lunga 30 anni che ha visto nascere una nuova
letteratura russa, il «samizdat», e il regime comunista vacillare sotto
i colpi di romanzi pubblicati clandestinamente all’estero e
contrabbandati in patria.
Rivelazioni Il Dottor Zivago, la guerra della Cia a colpi di romanzo
di Nanni Delbecchi il Fatto 17.1.15
Non
c’è capolavoro della letteratura del Novecento più avventuroso del
Dottor Zivago, non solo per quanto narrato da Boris Pasternak, ma anche
per il modo in cui quelle pagine arrivarono tra le mani dei lettori
occidentali, un intrigo che sembra uscito piuttosto da un romanzo di Le
Carrè. Dopo la pubblicazione del libro The Zivago affair di Petra Couvée
e Peter Finn avvenuta l’anno scorso negli Stati Uniti, ora la Cia ha
messo a disposizione i documenti che permettono di ricostruire nel
dettaglio l’operazione di propaganda indiretta di cui fu artefice.
Siamo
nel pieno della Guerra fredda, quando Giangiacomo Feltrinelli a
dispetto delle sue simpatie comuniste sfida le ire del Partito comunista
sovietico e pubblica Zivago in prima edizione mondiale nel novembre
1957. La denuncia di un regime capace di purgare perfino i sentimenti fu
un successo immediato, travolgente e per certi versi scioccante.
ZIVAGO
era (e rimane) la più perfetta antitesi della retorica imposta dal
realismo socialista, e soprattutto lo è in forma struggente, la prova
che la nemica mortale di ogni ideologia è la poesia. Raramente
letteratura e politica si erano fuse una all’insaputa dell’altra, quasi
in reciproco dispregio; e tutto questo non sfuggì alla Cia.
Bisognava
fare il possibile per sostenere la candidatura al Nobel di questo
autore straordinario ma censurato e costretto all’isolamento nel suo
Paese, e l’occasione si presentò con l’Expo di Bruxelles del 1958, uno
dei rari eventi ai quali aveva l’opportunità di essere presente un gran
numero di cittadini sovietici.
La Cia fece stampare in gran segreto
la prima edizione russa del romanzo con l’intento di farle avere ai 15
mila visitatori attesi dall’Unione Sovietica; e siccome distribuirle
attraverso il padiglione americano sarebbe stato un affronto troppo
plateale, chiese aiuto al Vaticano che consentì di distribuire il Dottor
Zivago ai russi cristiani che avrebbero frequentato il suo padiglione
alla fiera mondiale.
IN POCHE ore le copie erano andate a ruba, e a
quel punto le stampe clandestine si moltiplicarono: l'editore olandese
Mouton pubblicò 10 mila copie dell’edizione russa che raggiunsero le
principali città europee con invii mirati a quanti stavano per recarsi
in Unione Sovietica. Come noto, lo zampino della Cia fu decisivo anche
nell’assegnazione a Pasternak del Premio Nobel proprio in quel 1958. Il
regolamento dell’Accademia Svedese imponeva che le opere del vincitore
fossero pubblicate nella lingua materna dell'autore, e a questo scopo un
gruppo di agenti riuscì a intercettare un manoscritto originale in
lingua russa che poi, fotografato pagina per pagina, fu pubblicato su
carta, intestazione e con le tecniche tipografiche tipiche delle
edizioni russe. Pasternak non poté andare a Stoccolma a ritirare il
Nobel, consapevole che non gli sarebbe più consentito di tornare in
patria, ma il suo unico romanzo entrò nella leggenda; e come se non
bastasse, il Dottor Zivago si era dimostrato meglio di James Bond.
Così gli americani realizzarono i tascabili pirata del “Dottor Zivago”
NICOLA LOMBARDOZZI MOSCA Repubblica 17 1 2015
Eccoli, visibili online con il fascino che hanno le scritte “Top Secret”. I russi hanno saputo ieri dai notiziari dell’ennesima malefatta compiuta ai loro danni dagli americani: l’uso di Il dottor Zivago per una operazione di propaganda in piena Guerra Fredda. La cosa era già nota da aprile, svelata dal libro di due ricercatori statunitensi che avevano esaminato carte desecretate della Cia. Ma in questi giorni di Nuova Guerra Fredda, a causa delle sanzioni Usa, qualsiasi notizia sulle “macchinazioni americane” serve alla causa. E così ai russi è stato suggerito come leggere i dettagli di quello che nella seconda metà degli anni ‘50 fu definito “Il Piano Marshall per i cervelli”. Un’operazione che consentì di introdurre clandestinamente in tutto il Patto di Varsavia opere proibite dal regime comunista. Il romanzo di Pasternak, scrittore mal tollerato e ridicolizzato da Stalin, ebbe un ruolo fondamentale. Le vicissitudini del dottor Zivago e di Lara erano state bloccate dalla censura sovietica. A lanciarlo all’estero ci aveva pensato nel 1956 Giangiacomo Feltrinelli. Nel sito della Cia si può leggere come i vertici dell’intelligence Usa considerino il testo “una sfida all’etica sovietica”. E come si prodighi per pubblicarlo in lingua russa ignorando i diritti di Feltrinelli. Significativo un dispaccio del 1959: «Saranno introdotte attraverso viaggiatori legali in Urss e da nostri agenti in contatto con turisti sovietici e funzionari russi delle sedi diplomatiche. Duemila copie saranno distribuite a partecipanti dell’Est Europa al Festival della gioventù di Vienna. Il libro è stato disegnato per essere nascosto facilmente in una borsetta o nella tasca di un pantalone».
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