martedì 5 maggio 2015

La sinistra italiana dai Cultural Studies alla Santa Fede

La Coccarda rossa, Edizioni Segni d’autore 




Tante piccole storie per un affresco del Brigantaggio

Marco Bauer, il Manifesto 5.5.2015

Si sa, la Sto­ria, quella con esse maiu­scola, la scri­vono i vin­ci­tori. Così le vicende che hanno por­tato all’Unità d’Italia sono state scritte senza sfu­ma­ture o in dia­letto pie­mon­tese o nella reto­rica del Risor­gi­mento repub­bli­cano e gari­bal­dino. In entrambi casi non c’era spa­zio per la resi­stenza all’occupazione in quello che fu il Regno delle Due Sicilie. 
Eppure il così detto «Bri­gan­tag­gio», assunto a tema pie­na­mente sto­rio­gra­fico solo di recente ma che con­ti­nua a rac­co­gliere poco meno di un para­gra­fetto nei libri di scuola, è stato per i numeri dei morti e degli uomini e delle donne coin­volti una vera guerra civile. Feno­meno com­plesso, in cui si mischiano ele­menti di ban­di­ti­smo sociale a spinte restau­ra­trici e bor­bo­ni­che, spe­ranze di eman­ci­pa­zione e rivolta a ten­denze auto­no­mi­sti­che.
Una sto­ria fatta di sto­rie che vale la pena rac­con­tare, non solo in sede acca­de­mica, ma anche con la potenza della nar­ra­zione. Nomi, visi, vicende eroi­che o mise­ra­bili, avven­ture a cui vale la pena dare corpo, colore, parola. 
Così nasce il volume a fumetti La Coc­carda Rossa (Edi­zioni Segni d’Autore, 23 euro). Un’idea di Mauro Mer­curi, che ha redatto anche il sog­getto, sulla base di un’accurata ricerca sto­rio­gra­fica su mate­riale d’archivio, men­tre la sce­neg­gia­tura è di Carlo Bal­zan e dise­gni, acqua­relli e illu­stra­zioni Carlo Rispoli. I tre rac­con­tano un’avventura di cappa spada, tra mas­sa­cri e com­bat­ti­menti, acer­rimi nemici e amanti sepa­rati dalla tem­pe­sta della Sto­ria.
Da una parte un’ex uffi­ciale della Guar­dia Reale di Fran­ce­sco II di Bor­bone, Nicola Car­done deter­mi­nato a ricac­ciare i pie­mon­tesi sopra Napoli, dall’altra il Gene­rale Sabaudo Enrico Cial­dini (figura sto­rica real­mente esi­stito) e il suo eser­cito rego­lare, che si mac­chiò di un’occupazione bru­tale e spie­tata, seguendo la logica della rap­pre­sa­glia e dell’annientamento di qual­siasi resistenza. 
Pae­sag­gio dell’azione il pic­colo paese di Ponte Pago (che nella realtà si chiama Pago Veiano, pro­vin­cia di Bene­vento), che paga con il san­gue e le fuci­la­zioni som­ma­rie la scelta di ribel­larsi e cac­ciare «lo stra­niero«, di appog­giare i suoi bri­ganti. Bri­ganti leg­gi­ti­mi­sti, che atten­dono con spe­ranza rin­forzi che non arri­vano, ma che gli pro­met­tono sbar­che­ranno pre­sto. Non a caso a nar­rare la sto­ria è lo stesso Fran­ce­sco II di Bor­bone, ormai pri­vato cit­ta­dino in esi­lio a Parigi. Il vec­chio Re rac­conta così a un gio­vane napo­le­tano entu­sia­sta, emi­grato in cerca di for­tuna e che scri­bac­chia come giornalista, 
Gli acque­relli di Carlo Rispoli rispon­dono al più clas­sico dei canoni del fumetto d’avventura, dise­gnano una gra­phic novel in costume, gra­zie all’attenzione ai par­ti­co­lari: dai vestiti alle uni­formi, dai fucili alle ban­diere, dagli arredi ai pae­saggi urbani. Un’avventura che non fini­sce ma che si spo­sta di con­ti­nente: il secondo volume della saga si svol­gerà sul suolo ame­ri­cano, dove Nicola inse­guirà il tra­di­tore Aie­tano Izzo, in cerca di ven­detta e giu­sti­zia men­tre infu­ria la Guerra Civile. Ma que­sta è un’altra storia.

Nessun commento: