martedì 5 maggio 2015

Corpi scelti nordici nella Bisanzio medievale

La guardia Varangiana 988-1453
Raffaele D’Amato: La guardia varangiana. 988-1453, Leg, pp. 100, euro 16

Risvolto

Nell’ambito della Storia medievale le vicende della Guardia Variaga rappresentano un tassello poco conosciuto, se non del tutto misconosciuto. Si tratta di un corpo d’èlite di origine vichinga che venne creato nel 988 d. C. per difendere l’imperatore di Bisanzio. Questi aveva avuto modo di apprezzarne le straordinarie capacità militari (combattevano con l’ascia, ma erano anche istruiti nell’arte della spada e dell’arco) così come le indubbie doti di lealtà. Perciò lo stesso imperatore bizantino decise di affidargli questo ruolo, trasformandoli di fatto in una delle prime compagini mercenarie della storia. Il volume descrive questa unità soffermandosi sull’organizzazione, sull’abbigliamento, descrivendo la loro vita di tutti i giorni, le armi, l’equipaggiamento facendo uso di un ricco apparato iconografico.


I guerrieri vichinghi al servizio degli imperatori bizantini 

5 mag 2015  Libero MISKA RUGGERI 

Dalla fine dell’IX secolo avventurieri scandinavi e russi, attraverso la cosiddetta «strada dei Varangi» descritta dall’imperatore Costantino VII Porfiriogenito (913-959), iniziano ad arrivare a Miklagard (la «Città di Michele»), cioè Costantinopoli, allora il più grande centro urbano dell’Europa. Nelle fonti sono chiamati Rus’, Variaghi o, appunto, Varangi, da va’r, «voto di fedeltà» in protonorvegese, a indicare uomini che avevano prestato giuramenti di fedeltà; e presto si mettono come mercenari al servizio dell’impero bizantino, fino a diventare un rinomato corpo di élite destinato alla protezione dell’imperatore. 
Alle lora gesta, dalle campagne di Basilio II contro il ribelle Barda Foca fino alla vigilia della caduta di Costantinopoli, Raffaele D’Amato dedica il volume La guardia varangiana. 988-1453 ( Leg, pp. 100, euro 16), arricchito dalle illustrazioni di Giuseppe Rava e da immagini inedite delle armi originali varangiane (elmi, azze, spade, romfaie, lance, giavellotti ecc.). Combattenti eccezionali, disciplinati e ben addestrati, anche anglosassoni e danesi dopo il 1070, con i capelli lunghi, barbe, baffi e tatuaggi dappertutto, estranei agli intrighi di corte, si dimostrano perfette guardie del corpo. Il loro leggendario capo (definito «acoluto», cioè l’uomo più vicino all’imperatore nelle occasioni formali) Harald III Sigurdsson, fratello minore di Sant’Olaf e futuro re di Norvegia, nel 1041 si guadagna il titolo di «massacratore di Bulgari», Michele dal 1050 al 1053 è protostratego, comandante in capo di un esercito imperiale, mentre Nambite (trascrizione greca di Nabitr «mangiatore di cadaveri») combina un disastro sul campo di battaglia di Drastar (1087). I Variaghi garantiscono la sicurezza di Costantinopoli, come una sorta di polizia, e delle proprietà del sovrano, sono usati come carcerieri e, all’occorrenza, torturatori, e hanno anche il privilegio di poter essere i primi a saccheggiare le città conquistate; alcuni addirittura combattono nell’ippodromo come gladiatori o partecipano a spettacoli di caccia nel circo... 

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