mercoledì 13 maggio 2015

L’epistolario di Fau­sto Gullo

Oscar Greco: Caro com­pa­gno. L’epistolario di Fau­sto Gullo, pre­fa­zione di Piero Bevi­lac­qua, Guida

Risvolto
La cura e la pubblicazione dell'epistolario di Fausto Gullo (1887-1974) riportano all'attenzione del pubblico italiano la figura di un dirigente politico e di uno statista del cui rigore si son perse le tracce e, forse, persino il seme del ceto politico italiano. Animato da una visione profondamente egualitaria dei rapporti umani e fedele fino alla morte agli ideali rivoluzionari della gioventù, Fausto Gullo ha difeso con coerenza e senza compromessi l'idea della necessità di un radicale rovesciamento delle istituzioni economiche, sociali e politiche del Paese per il riscatto degli strati più disagiati della società, in primo luogo dalle masse rurali e bracciantili del Meridione. Dotato di un'autonomia di giudizio e di uno spirito critico che pochi nel Partito comunista potevano permettersi, non ha esitato a contrastare la linea del partito su temi scottanti quali il meridionalismo e la politica agraria, la netta chiusura, ispirata da Amendola, nei confronti del movimento studentesco degli anni '60 e, soprattutto, la deriva verso un cauto riformismo che, nell'auspicio di un dialogo con i cattolici, spingeva inesorabilmente i comunisti verso il compromesso con la Democrazia cristiana.


La storia nelle lettere di Fausto Gullo 
Memoria. Pubblicato da Guida l'epistolario del dirigente del Pci Fausto Gullo

Claudio Dionesalvi, 13.5.2015 

La sto­ria del Nove­cento atra­verso le let­tere scritte e rice­vute da Fau­sto Gullo, uno degli uomini poli­tici che hanno rico­struito l’Italia dopo gli orrori del fasci­smo. Cala­brese, giu­ri­sta, comu­ni­sta, Gullo arrivò al Mini­stero dell’agricoltura nei governi Bado­glio e De Gasperi; dal 1946 fu mini­stro della Giu­sti­zia, con­ti­nuando a guar­dare in basso, scri­vendo il testo di quella riforma agra­ria che pre­ve­deva la con­ces­sione delle terre incolte ai con­ta­dini. Una riforma che, se fosse stata appli­cata, avrebbe cam­biato la sto­ria del Mezzogiorno. 
Con la pre­fa­zione di Piero Bevi­lac­qua, per i tipi di Guida Edi­tori, il gio­vane sto­rico Oscar Greco pub­blica Caro com­pa­gno, l’epistolario di Fau­sto Gullo, una vivace e gustosa rac­colta di let­tere custo­dite con cura. 
Ricer­ca­tore presso l’università della Cala­bria, Greco non è nuovo a simili imprese. È molto cono­sciuto e sti­mato soprat­tutto negli ambienti liber­tari per le sue inte­res­santi pub­bli­ca­zioni sulla sto­ria degli anar­chici ita­liani emi­grati in America. 
Il volume dedi­cato a Gullo, man­te­nen­dosi anco­rato al rigore scien­ti­fico che da sem­pre ispira il gruppo di lavoro da cui Greco pro­viene, nel fluire delle pagine assume il ritmo del romanzo sto­rico. Resterà spiaz­zato chi si aspetta la con­sueta mono­to­nia degli epi­sto­lari. A par­lare sono le voci degli inter­lo­cu­tori dell’illustre desti­na­ta­rio: per­so­naggi poli­tici, donne ed uomini del popolo, parenti, com­pa­gni di lotta. Ogni sin­gola mis­siva, per­sino la più appa­ren­te­mente fri­vola, rivela una potente carica ideale. Gullo era un punto di rife­ri­mento per tanti. A par­tire dal trau­ma­tico trien­nio che por­terà il fasci­smo al potere e fino al secondo dopo­guerra, i mit­tenti delle let­tere gli descri­vono situa­zioni poli­ti­che e con­di­zioni sociali dei rispet­tivi ter­ri­tori, ragio­nando con lui sulle sorti del Paese. 
La sua per­so­na­lità tra­spare pro­prio dal grande rispetto che mani­fe­sta nei con­fronti degli inter­lo­cu­tori. È una cor­ri­spon­denza ser­rata, a tratti carica di pathos, mai infi­ciata da per­so­na­li­smi e cadute di stile. Gra­zie ad un gioco di spec­chi, l’intensità che per­vade le parole dei cor­ri­spon­denti riflette l’immensa capa­cità poli­tica del rice­vente, la sua straor­di­na­ria uma­nità. E quando è pro­prio egli stesso a scri­vere, non si esprime mai con tono popu­li­stico. Così nel suo epi­sto­la­rio capita di ritro­vare, gomito a gomito, Togliatti e la mae­strina che chiede lumi sul mate­ria­li­smo sto­rico, il mili­tante della remota sezione di un pae­sino sper­duto e il col­lega mini­stro che gli chiede rag­gua­gli. Lo stesso figlio di Fau­sto, quel Luigi Gullo che diverrà auto­re­vole e sti­mato pena­li­sta, all’amore verso il padre alterna lucide disa­mine dei diversi con­te­sti sto­rici e poli­tici. Ne sca­tu­ri­sce l’immagine di un Paese spac­cato dallo scon­tro di classe e da enormi dif­fe­renze sociali e cul­tu­rali, ma pro­teso verso una corag­giosa rico­stru­zione civile prima ancora che sta­tuale. Il libro di Oscar Greco rap­pre­senta un’utile e pia­ce­vole let­tura per gli appas­sio­nati di sto­ria. Ma è soprat­tutto un lavoro pre­zioso per quanti vor­reb­bero rin­ver­dire il sistema valo­riale della sinistra.

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