domenica 4 ottobre 2015

Facendo shopping sulla Rive Gauche, Lenin sembra quasi Fausto


Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin
Lenin forse aveva un cuore ma i maggiordomi hanno tutt'al più un apparato digerente.
Va poi notata la casa editrice: la stessa dei libri che Alfonso Gianni scriveva con lo pseudonimo di Bertinotti [SGA].

Ritanna Armeni: Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin, Ponte alle Grazie

Risvolto
Donna attraente e appassionata, magnetica e vitale, pianista eccellente, poliglotta, rivoluzionaria, impegnata nella lotta per i diritti delle donne, sostenitrice del libero amore, madre di cinque figli e moglie di un ricchissimo industriale russo: è Inessa Armand, votata anima e corpo alla causa bolscevica. Anche se per molto tempo il regime sovietico ha fatto di tutto per tenerlo segreto, fu il grande amore di Lenin, oltre che la sua più fidata collaboratrice. Si conobbero a Parigi nel 1909, in un caffè dove si incontravano i rivoluzionari russi in esilio: il loro legame si nutriva dell'ardore politico, dell'ebbrezza di ideare e partecipare a un cambiamento storico epocale, ma anche di fascinazione, attrazione e tenerezza. Inessa è sepolta per volere di Lenin davanti alle mura del Cremlino vicino a John Reed, ma è stata cancellata dai libri di Storia. Il capo della Rivoluzione non poteva essere macchiato dalla meschinità di un adulterio borghese. Ritanna Armeni, che ha seguito le sue tracce nelle poche testimonianze e biografie esistenti e ha ripercorso i suoi passi in Europa, ci restituisce il ritratto fremente, dolce e indomabile di una donna che più che al passato sembra appartenere al nostro futuro: inquieta e non catalogabile, piena di contraddizioni eppure integra nelle sue passioni, capace di amare perché libera, rivoluzionaria nel privato e nel politico.
 

Lenin aveva un cuore (in segreto) 
Il popolo lo vide piangere al funerale di Inessa, l’amante nascosta. Una passione negata dall’Urss Galeotto fu un incontro a Parigi: lei era sposata, aveva 4 figli e una relazione col cognato 

3 ott 2015 Corriere della Sera Di Pierluigi Battista
Le donne sovietiche non credevano ai loro occhi, nella fredda mattinata del 1920. «Quello è Lenin!», esclamavano incredule nella folla di Mosca, curiosando sull’imponente corteo funebre che dalla stazione ferroviaria alla Casa dei sindacati accompagnava il feretro della dirigente bolscevica Inessa Armand, trasportato « su un’auto nera piena di fiori». Sì, era proprio lui, il Compagno Presidente Lenin. L’uomo che barcollava e non riusciva a trattenere le lacrime, «lo sguardo affondato nel cappotto», stravolto dal dolore, straziato per la morte della donna che amava ma che non era sua moglie Nadia Krupskaja, era proprio il Capo, l’uomo della rivoluzione, colui che incarnava il destino stesso della nuova Russia nata nell’Ottobre.

Era scesa nella tomba il grande amore che doveva restare segreto e su cui il potere sovietico aveva steso e stenderà sempre di più lungo i decenni una cappa di segretezza e di indicibilità fino a quando la bandiera rossa non è stata ammainata al Cremlino. Era la passione segreta e divorante che Ritanna Armeni racconta, con precisione documentaria e passione narrativa, nel libro Di questo amore non si deve sapere, pubblicato da Ponte alle Grazie. 
Dove è narrata la storia di Inessa. La storia di Lenin. La storia di Inessa e Lenin insieme. E di Lenin che aspetta il treno che trasporta la bara di Inessa, morta di una misteriosa malattia nel Caucaso incendiato dalla guerra civile, camminando su e giù, preso da inconsolabile disperazione nemmeno nascosta secondo i dettami della ragion di Stato, per la banchina della stazione. Originariamente, lo racconta lei stessa nella postfazione, Ritanna Armeni voleva scrivere «un saggio sugli “amori a sinistra”, una storia del modo di amare di chi ha pensato di voler cambiare il mondo». Ma nel suo percorso ha incontrato la storia di Inessa Armand e di Lenin e ne è rimasta stregata. E ne resta stregato anche il lettore. 
Così come Lenin fu stregato da quella donna bella e affascinante, incontrata a Parigi in un caffè fumoso dove si riunivano i russi dell’immigrazione. Una donna francese irrequieta che, ancora bambina, fu strappata ai genitori, trasferita in Russia dove si sposerà e avrà quattro figli da un uomo che poi tradirà con suo fratello. Ma il marito messo da parte continuerà ad amarla per sempre, e a perdonarla, e a prendersene cura quando il fratello morirà e quando Inessa inizierà il suo percorso di rivoluzionaria a tempo pieno, con lunghi soggiorni in carcere e in Siberia, mentre nell’esilio incontrerà Lenin in un storia d’amore travolgente e duratura che sfiderà il moralismo, le convenienze, l’inflessibilità dei rivoluzionari, la pazienza fedele e il dolore silenzioso della Krupskaja, coniuge ufficiale del Capo e che tale avrebbe dovuto restare per non creare scandalo e sconcerto. 
Il libro della Armeni può essere letto in due modi, a proposito della figura di Lenin. Il primo è dettato dalla sorpresa. Chi avrebbe immaginato l’intransigente Lenin, lo spietato Lenin, il rivoluzionario di professione, il fanatico e dogmatico che consacra tutto se stesso alla Causa santa della rivoluzione, l’uomo che teorizzava la crudele necessità del Terrore rosso e diede le direttive per la costruzione della feroce Gpu, un uomo così con il cuore gonfio d’amore, travolto da una passione incontenibile, prigioniero del traboccare di sentimenti accesi dalla compagna Inessa? Un Lenin doppio, scisso. Il Lenin che confidava di non poter ascoltare la musica «perché tocca i nervi, fa venir voglia di dire cose insignificanti, graziose e di accarezzare la testa di chi ha saputo creare cose così belle pur vivendo in un orribile inferno» era proprio la stessa persona che si abbandonava al fluire dei sentimenti quando chiedeva a Inessa, che abitava nella casa accanto a quella dove il suo amante viveva con la Krupskaja, di suonare al pianoforte la Patetica di Beethoven? Il Lenin intenerito delle lunghe passeggiate con Inessa sui «monti della passione», quello che le scrive lettere di amore fiammeggiante non è l’antitesi del Lenin storico che conosciamo, del rivoluzionario che subordina sentimenti e passioni al conseguimento dei suoi titanici obiettivi politici? 
Sotto la scorza del rivoluzionario di professione, la Armeni ci svela un cuore ardente. E questa è la prima lettura. Ma poi ce n’è una seconda che si dipana nelle pagine di questo libro. C’è il Lenin che a un certo punto, constatando l’insostenibilità di una relazione sempre più malvista dai rivoluzionari in esilio, liquida brutalmente Inessa, chiedendole addirittura la restituzione delle lettere per non lasciare traccia di una storia che si voleva cancellare. Il Lenin che, dopo la momentanea rottura, dispoticamente affida a Inessa, con spirito vendicativo, compiti massacranti e missioni pericolose che lei non può non adempiere in omaggio alla disciplina cospirativa. Il Lenin che si scaglia con violenza verbale contro le battaglie per la liberazione della donna di cui Inessa era protagonista. 
Qui sembra non esserci frattura possibile tra i due Lenin. Anche se poi la relazione riprenderà fiato. Mentre i bolscevichi al potere mugugnavano per la sconvenienza per quella relazione clandestina. E quando Inessa muore nel 1920, Lenin verrà preso da un senso di prostrazione profonda. E alla morte di Lenin la storia tra i due amanti della rivoluzione verrà cancellata, sepolta nella menzogna, nascosta per non compromettere l’immagine integra del Capo cui non si potevano addebitare simili debolezze del cuore. 
La grande ipocrisia durerà per decenni. Poi gli archivi si sono spalancati. E Ritanna Armeni ci regala il ritratto di una storia che finalmente può essere conosciuta nei dettagli.


L’amante di Lenin che sacrificò l’amore alla causa del popolo

La storia ufficiale travolge sempre le storie minime, anche se importanti.
2 dic 2015 Libero ELISA CALESSI
Ma quando a essere cancellata è la lunga storia d'amore tra il leader della Rivoluzione rossa e la bella moglie di un ricco industriale, una borghese conquistata alla Causa e morta in povertà, dirigente di primo piano del partito, la circostanza è particolarmente affascinante. Si deve alla bravura e alla sensibilità di Ritanna Armeni, nel suo ultimo libro Di questo amore non si deve sapere,(Ponte delle Grazie, pp. 235, euro 12), il merito di averci restituito Inessa Armand, per oltre dieci anni amante di Vladimir Il'ic Ul'janov, detto Lenin. Giornalista di lungo corso, Armeni si fa storica per riportare alla luce l'amore tra Inessa e il leader comunista. Vicenda nota a tutti nel partito. Compresa Nadja, fedele moglie di Lenin e amica della stessa Inessa. Ma la retorica della Causa è riuscita a cancellarla, ad eccezioni di pochi accenni in biografie introvabili e che Armeni fortunosamente recupera. Solo quando gli archivi del Cremlino vengono aperti compare una lettera di Lenin che restituisce a Inessa il suo posto.
Armeni si tuffa in un lavoro di ricostruzione, un'indagine esistenziale: a tema è il rapporto tra amore e potere, ragione e sentimento, pubblico e privato. Il racconto, che ha il ritmo di un romanzo tolstojano, con una scrittura essenziale, ma che ti inchioda, comincia dal 9 ottobre 1920, giorno del funerale di Inessa. Subito dopo siamo catapultati a Parigi, 20 anni prima, dove Lenin conosce un’elegante ragazza a cui affiderà incarichi delicatissimi, spesso rischiosi. Per lui Inessa finisce in prigione e rischia la vita. Figlia di un cantante francese e di un'attrice russa, la vita di Inessa è complicata fin dall'inizio. Affidata alla zia, dalla Francia arriva in Russia, dove vive presso la famiglia dove la zia è governante. Entra nella casa degli Armand, grandi industriali ma di vedute progressiste. Riceve un'educazione raffinata. Sposa il primogenito. Ma presto esplode il suo carattere inquieto. Nonostante i figli avuti da lui, lascia il marito per il fratello più piccolo, con cui avrà un altro figlio. Una passione travolgente ma destinata a una fine tragica: il compagno muore di malattia. Nella fede comunista, il matrimonio è funzionale - come tutto - alla Causa.
Perciò non è ammessa la separazione. I sentimenti sono un lusso borghese. Se in un primo momento Lenin si concede alla passione, pur senza allontanare la moglie, a un certo punto allontana Inessa. Anche se non riesce a staccarsene. Perché Inessa è la sua collaboratrice più fidata. Tra Parigi, Cracovia e Mosca, si snoda questa storia. Intanto si consuma la Rivoluzione e la presa del potere. I tentativi di Inessa, ostacolati da Lenin, di lavorare a un'emancipazione delle donne. Il suo percorso intellettuale. I primi compromessi, la delusione. Il lavoro di Armeni, però, va oltre la storia. E fa quello che solo lo sguardo acuto di una donna poteva fare: colmare i vuoti che restano, provare a spiegare come possano, in una sola personalità, coesistere quelle che appaiono contraddizioni il voler essere madre, amante, moglie, intellettuale, dirigente politica. Descrivere, cioè, la complicata bellezza di una donna che ha sfidato la vita.      



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