domenica 17 gennaio 2016

Cilindri & avventure

James De Mille: Lo strano manoscritto trovato in un cilindro di rame, Marcos y Marcos, trad. di P. Polidori, pagg. 332, euro 18

Risvolto
C’è bonaccia tra le Canarie e Madeira, il Falcon non può navigare. Lord Featherstone e i suoi amici, giocando con le barchette di carta sull’acqua trasparente, trovano un misterioso cilindro metallico, incrostato di conchiglie.
Misterioso è anche il contenuto: un manoscritto affidato alle onde da Adam More, naufrago in una terra sconosciuta, oltre i confini del mondo.
In attesa che il vento torni a gonfiare le vele, i quattro amici, a turno, cullati dal mare, leggono ad alta voce la sua storia.
Sul ponte del Falcon scorrono vorticose le peripezie di Adam More: la deriva tra immensi vulcani, il passaggio da un canale sotto i ghiacci e l’approdo a una baia verdissima abitata da uomini un po’ strani.
Sembrano accoglienti e gentilissimi, ma odiano la luce, vivono in caverne buie e spoglie; considerano la povertà un privilegio, la ricchezza e il potere una maledizione; la morte per loro è una meta molto ambita e l’amore corrisposto una calamità dalle tremende conseguenze.
Per fortuna accanto a Adam c’è Almah, anche lei straniera, anche lei giunta per caso nel paese dell’ombra.
Uniti dal comune amore per la vita e per la luce, finiscono per innamorarsi l’uno dell’altra, ma chi si ama, in quelle terre, deve separarsi al più presto.
Adam e Almah vorrebbero fuggire insieme, ma come, in quella terra circondata dai ghiacci?

Paragonato a Verne per il gusto dell’avventura, a Swift per la parodia dell’umana vanità, un grande classico pubblicato per la prima volta in Italia.

Tra Verne e Swift lo strano mistero del manoscritto 

LEONETTA BENTIVOGLIO Repubblica 17 1 2016
È sorprendente e anche confortevole trovarsi oggi davanti a un romanzo che fa pensare a Verne e alle scorribande intrepide di un personaggio in mondi “altri”, e che parallelamente ricorda Swift nel suo proporre, al di là di una trama avventurosa e mossa da un ritmo incalzante, una metafora cattiva e disillusa sul genere umano. L’editore Marcos y Marcos rispolvera con audacia il libro più famoso del canadese James De Mille, A Strange Manuscript Found in a Copper Cylinder, uscito nella classica forma “seriale” sulla rivista ottocentesca Harper’s Weekly e pubblicato a New York come volume nel 1888.
Lo strano manoscritto trovato in un cilindro di rame è una storia ripescata da un gruppo di amici in crociera attorno alle Canarie. Bloccati da una bonaccia, rinvengono una pergamena chiusa in un tubo consegnato ai flutti da un certo Adam More, il quale vi riferisce le sue peripezie di naufrago. More annota d’essere approdato in una terra su cui incombono vulcani e dove una feroce tribù scatena riti tenebrosi e sanguinari. È un popolo che predilige il buio delle grotte, pratica il cannibalismo e ha sovvertito i princìpi della civiltà, ponendosi tra l’altro come massimo obiettivo il raggiungimento della morte, considerata meta suprema dell’espressione umana.
Appassionante il modo in cui i nostri lettori-raccontatori commentano, secondo prospettive filosofiche, i vari spunti del testo, determinando l’intreccio di due piani narrativi. La prosa, congelata in un aristocratico distacco, ha la potenza fredda dei paesaggi della Nuova Scozia, la zona del Canada dove nacque De Mille.

Nessun commento: