venerdì 26 febbraio 2016

Il Rousseau di Flaubert

Note su J.-J. RousseauGustave Flaubert: Note su J.-J. Rousseau, Medusa, pp. 140, 16,00 euro

Risvolto
Il Museo Jean-Jacues Rousseau di Montmorency conserva dal 1992 le note stese da Flaubert, probabilmente intorno al 1864, a proposito di alcuni scritti di Rousseau. Presi negli anni in cui lavorava alla stesura dell’Educazione sentimentale, questi appunti sintetizzano alcuni elementi essenziali del programma politico e culturale di Rousseau e fissano in modo incisivo l’opinione di Flaubert su Rousseau politico e scrittore. Così, per esempio, in queste pagine affiora in modo esplicito la distanza che separa i due autori sul piano politico; Flaubert non ama il pensiero e le prassi dei movimenti democratici e radicali della Francia dell’Ottocento, di cui ritrova l’origine e le giustificazioni nei testi di Rousseau. Come scrive in una lettera a Amelie Bosquet del 2 gennaio1868, «credo che se siamo caduti così in basso dal punto di vista morale e politico è perché al posto di seguire la via maestra tracciata da Voltaire, quella della Giustizia e del Diritto, i francesi hanno preso il sentiero indicato da Rousseau, che attraverso il Sentimento li ha riportati al cattolicesimo». Oltre a consentirci di gettare uno sguardo sulla trama di letture e riflessioni in cui prende forma la scrittura di Flaubert, queste note ci presentano un singolare dialogo a distanza, in cui continuamente si alternano e si intrecciano rifiuto e ammirazione.
Il Rousseau secondo Flaubert Repubblica 27 12 2015
Gustave Flaubert non aveva una grande opinione del Jean-Jacques Rousseau politico e pedagogo. Scriveva nel 1868: «Credo persino che se siamo così in basso dal punto di vista morale e politico è perché invece di seguire la grande strada aperta da Voltaire (...), abbiamo preso i sentieri di Rousseau, che attraverso il Sentimento ci hanno ricondotto al cattolicesimo».
Eppure in queste "Note" emerge anche una grande ammirazione per la forza del pensiero e per la scrittura. Lo stile di Rousseau appare a Flaubert la parte più vitale del filosofo: per quanto radicale sia il rifiuto per il pensiero, l'ammirazione per la prosa gli fa scrivere, accanto ai passi del filosofo: "Copiare!".

«La libertà si salva con la schiavitù» Rousseau fustigato da Flaubert 
Escono le «Note» critiche dello scrittore francese sulle idee del filosofo ginevrino: era un campione di stile letterario, ma, come politico, un razzista intollerante 

26 feb 2016  Libero ROBERTOCOALOA 
Assunto dai giacobini come il Maestro teorico della Rivoluzione (per la concezione della «volontà generale» come sovranità assoluta) e accusato dai liberali e dai criticidel1789di essere l'ispiratore della «democrazia totalitaria», JeanJacquesRousseau si rivela il più grande filosofo del Settecento, cheossessiona ipensatorie gli scrittori dei secoli successivi. È annoverato tra i monumentidelpensieroantimoderno, tanto che Jean Starobinski individuanell'opera di Rousseau la più potente denuncia e condanna dell'apparenzamenzognera dellasocietàmoderna. Strappata ognimaschera, sollevato il velo delle buone maniere e della cultura dei filosofi, gli uominimostrano il loro vero volto: si credono liberi, ma sono schiavi dell'opinione e di un insopprimibile bisogno dimostrare un'immagine di sédiversadaquella autentica. Vivonoschiavidiuna coscienza scissache stenta a rivelare almondo la sua trasparenza. 
Prima di Starobinski, due grandi scrittori si avvicinarono alpensiero di Rousseau con esitiassaidiversi, inuna corrispondenzasingolare, in cui continuamente si alternano e s'intrecciano rifiuto e ammirazione. Il primoè Lev Tolstoj (chi scrive ha dedicato recentemente un ampio saggio sul tema, Lev Tolstoj. Il coraggio della Verità, dovesi scrive ampiamentedelle letturedell'autore russo su Jean Jacques). Il secondo è Gustave Flaubert. Medusa ha ora pubblicato degli appunti inediti diGustave Flaubert, Note su J.-J. Rousseau (pp. 140, 16,00 euro, Medusa), a cura e con un'introduzione di RobertoPeverelli. Pagine importantissime, da leggereconattenzioneper chivoglia comprendere a fondoilprofilononsolodeidue autori, Flaubert e Rousseau, ma anche quello delle ideenell'Europa, tra Settecento eOttocento. Le note di Flaubert su Rousseau sonoscritti rivelatoridel latopoliticodell'autore di Madame Bovary, immenso scrittore, faro di tutti gli hommes des lettres, e non solo. Il gigante Flaubert, come prima di lui Tolstoj, s'immergeva nella lettura di Jean Jacques non solo perché il filosofo di Ginevra era considerato come ilpiù elegante autore di lingua francese del Settecento, per il perfetto equilibrio di bellezza e forza della scrittura. Flaubert, comeTolstoj, considerava Rousseau una lettura imprescindibile permodellare i personaggi dei suoi romanzi. L'Educazione Sentimentale di Flaubert prende forma attraverso un titanico lavoro tra il 1864 e il 1869 (coincidenza: negli stessi anni Tolstoj scrive Guerra e pace; più di un suo personaggio riflette sulle dottrine politiche di Rousseau). Le vicende del personaggio di Flaubert, FrédericMoreau, sono intrecciate alla storia delle barricate parigine del 1848. 
PerTolstoj il filosofodiGinevra èunfratello, compagno imprescindibile per i discorsi sull'educazione e ispiratore delle più severe requisitorie contro le perversioni della modernità. Si potrebbe affermare che Rousseau è lamaschera diTolstoj politico: ilnobile penitente, il grande profeta di Jasnaja Poljana. Per Flaubert, come si evince da queste belle pagine curate con grande competenza da Roberto Peverelli, Rousseau è soprattutto unamaledizione. 
Poi, però, Flaubert, da ricercatore di stile letterario, s'inchina a Jean Jacques artista, capace diaverpostosul tronoil sentimento. Rousseauè stato l'inventore d'immaginipotenti: l'autentica natura umana è simile a una statua di Glauco caduta inmare e resa irriconoscibile dal lavorio delle onde e delle tempeste. Tuttavia, primadigiungereaquesta verità, Flaubert non risparmia nessuna critica a Rousseau pensatore. Il senso storico del ginevrino, per esempio, sembra a Flaubert davvero insufficiente. Sulle pagine dedicate agli antichi romani e ai loro comizi, il francese annota: «Ma quando sarebbe esistito tutto questo?». Le annotazioni di Flaubert registrano poi le stravaganze di Rousseau: contrario alle strade, favorevole alle corvée, paladino di una libertà intollerante, chiaramente indifendibile. Inoltre, perRousseau, lalibertà siconserva solopoggiando sulla schiavitù. È il caso deiGreci, di Sparta in particolare, esempiomolto caro a Rousseau di città virtuosa e austera. Quest' ultima idea per Flaubert non è solo stravagante. Èunnodocrucialedelpensieropolitico: fino a che punto ci possiamo spingere per instaurare e preservare la nostra libertà? È possibile estendere la mia libertà senza nuocere a quella degli altri? Rileggere questo «illuminato» Flaubertèunausilioprezioso per non cedere alla follia - del mondo contemporaneo- eretta amodellocomportamentale.

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