lunedì 8 febbraio 2016

Luciano Pellicani da Bottino Proudhon alla crociata occidentalista

L'Occidente e i suoi nemici
Luciano PellicaniL' Occidente e i suoi nemici, Rubbettino


Risvolto
L’assalto terroristico al Bataclan di Parigi ha brutalmente riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale un fenomeno che a molti studiosi era sembrato definitivamente estinto: l’odio contro l’Occidente.

Le radici di questo odio risalgono all’epoca durante la quale l’Occidente estese i suoi tentacoli sull'intero Pianeta, sottoponendo alla sua smisurata volontà di dominio e di sfruttamento le società orientali. Tutto ciò, naturalmente, ha suscitato il risentimento e la collera del “proletariato esterno”, tanto più che il dominio coloniale fu caratterizzato dal disprezzo razzista nei confronti dei popoli assoggettati, descritti come biologicamente incapaci di autogovernarsi e, quindi, bisognosi di una “paternalistica tutela”. 
Ma quest’odio contro l’Occidente non è nato solo dal “proletariato esterno” bensì anche in seno all’Occidente, infatti le prime significative manifestazioni della rivolta intellettuale e morale contro il mondo moderno si registrano proprio in Europa, dal cui grembo sono scaturiti travolgenti movimenti rivoluzionari di massa – comunismo, fascismo, nazismo – animati dall’intenso desiderio di fare tabula rasa della civiltà liberale. 
Questo volume vuole ripercorrere il fenomeno da un punto di vista storico-sociologico per meglio comprendere le radici ideologiche e religiose dell’odio contro la Modernità.



L’Occidente non è soltanto un drink 
Luciano Pellicani polemizza con gli avversari della società aperta (Rubbettino)
Tra i più accaniti detrattori del mercato ci sono i sostenitori della decrescita e altri teorici sofisticati come Žižek, Agamben e Badiou 

8 feb 2016  Corriere della Sera Di Marco Gervasoni
Iterroristi islamisti, si dice, vogliono distruggere il «nostro stile di vita». Ma che significa? Solo sorseggiare drink all’aperto e avere rapporti promiscui? In realtà, questo stile di vita è una civiltà fondata sull’individuo, sul mercato, sul governo della legge; in cui, come dice Friedrich von Hayek, il Cosmos (ordine spontaneo) prevale sul Taxis (ordine pianificato). 
È questa la radice della civiltà occidentale, che si è data in Europa — e poi nel Nuovo Mondo — perché lo Stato come «megamacchina» non è riuscito a imporsi, diversamente dalle civiltà extraeuropee dominate dal «dispotismo». Ma l’Occidente è contestato da numerosi nemici, esterni e interni, ben studiati da Luciano Pellicani nel suo ultimo libro L’Occidente e i suoi nemici (Rubbettino), scritto prima dei fatti di Parigi, tuttavia evocati dall’autore nell’introduzione. 
Il fondamentalismo islamico ha infatti lanciato «una chiamata rivoluzionaria alle armi contro la Modernità», da comprendere sapendo che lo stesso Occidente ha prodotto nel suo seno una gran quantità di nemici. I principali, nel Novecento, sono stati i fascismi e il comunismo, ma ancora oggi i detrattori della società aperta scorrono dalle pagine di Pellicani. Gustose ad esempio sono quelle dedicate a Serge Latouche e ai teorici della cosiddetta «decrescita», animati da un anticapitalismo che è un po’ la cifra comune dei nemici dell’Occidente. 
Certo Pellicani non confonde i due piani: un conto sono Žižek, Badiou, Agamben, e altri teorici di un neo-comunismo postmoderno, un conto i massacratori con il kalashnikov. E tuttavia, la risposta dell’Occidente alla sfida islamista non può limitarsi a essere militare — peraltro al momento assai timida. Deve essere anche culturale, come dice la vulgata. 
Bisogna però innanzitutto rendersi conto che la prima azione culturale consiste nel ribadire la bontà e la solidità di una civiltà fondata sulla libertà individuale, sulla tolleranza e, per dirla con Karl Popper, sulla fallibilità delle opinioni: perché, come ci ricorda il filosofo austro-britannico, «siamo ricercatori della verità e non suoi possessori».

1 commento:

Unknown ha detto...

Importante il rapporto tra Cosmos e Taxis nella nostra civiltà Occidentale. Noi ci affidiamo al caso, alla fortuna. Del resto si usa dire appunto per esempio "Guarda! Lui sì che ha fatto fortuna, ha avuto successo". Ma oggi casualmente qualcuno puo' far partire un missile intercontinentale e ce ne accorgiamo dopo, pensa se avesse avuto una testata nucleare. L'uomo occidentale cosiddetto evoluto dispone di un potere di innovazione ma anche di distruzione del nostro mondo enorme. Certo se pianifichi, organizzi, togli un pizzico di libertà ad un individuo che può sorvolare il mondo a bordo di un jet, come frugare nei rimasugli di una discarica. Ma alla fine bisognerà fare i conti col pensare l'Orizzonte del proprio futuro organizzando un domani migliore in un pianeta ancora abitabile per i propri nipoti.