martedì 22 dicembre 2009
John Brown e il movimento abolizionista statunitense
Una pagina poco conosciuta della storia feroce degli Stati Uniti, un ulteriore sviluppo del revisionismo storico [SGA].
A 150 anni dall' impiccagione, due mostre di segno opposto ricordano il paladino della lotta per l' emancipazione dei neri
John Brown, il feroce liberatore
Un eroe o un assassino? America ancora divisa sul martire antischiavista
di Paolo Valentino, Corriere della Sera, 19 dicembre 2009 p. 53
RICHMOND (Virginia) - La leggenda in versione musicale vuole che «il suo corpo si decomponga nella tomba, ma l' anima continui a marciare». Eppure, a un secolo e mezzo dalla sua morte l' estetica di quella marcia immaginaria rimane controversa e l' America è tanto lacerata, intorno alla sua eredità, quanto lo era alla vigilia della guerra civile. Di più, le sue azioni, che ne furono il prologo, alimentano rovelli irrisolti e ancora attuali, come i limiti del dissenso, la natura del terrorismo, la legittimità e gli effetti della violenza rivoluzionaria. Nel dicembre del 1859 a Charles Town, in Virginia, John Brown veniva impiccato, colpevole di omicidio, tradimento e istigazione alla rivolta. Insieme a 21 seguaci, il campione dell' abolizionismo aveva dato l' assalto all' arsenale federale di Harper' s Ferry, per procurarsi le armi con cui innescare una ribellione degli schiavi di colore...
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