mercoledì 6 gennaio 2010

Chi di D'Alema ferisce di D'Alema perisce. Alcune riflessioni sul tormentone delle candidature per le regionali pugliesi


Chi di D'Alema ferisce, di D'Alema perisce. Sinistra & Sanità pensava che l'accordo stretto a suo tempo con il PD reggesse e invece, di fronte a un interesse più "generale" - quello di vincere la regione Puglia e di sperimentare il nuovo asse di centro-sinistra con Casini -, D'Alema ha giustamente lasciato a piedi Vendola e i residuati della destra ex rifondarola. Se costoro avessero un briciolo di responsabilità dovrebbero fare un passo indietro e accontentarsi di contrattare un paio di assessorati invece di fare le bizze come bambinetti in nome della carriera personale di un uomo. Nè gli conviene invocare il principio plebiscitario delle Sacre Primarie perché su quel terreno c'è qualcuno che è più forte di tutti e non si sa dove si va a finire.


Il problema è semplice: se si accetta la logica del centro-sinistra camuffato da fronte unico antiberlusconiano in nome del fascismo alle porte la tattica di D'Alema non fa una piega. E Sinistra & Sanità questa logica la accetta da sempre, anzi è nata esattamente per quello e grazie a quello. In questo senso sbaglia pure la Federazione della Sinistra Complementare, perché appoggerà in Puglia Sinistra & Sanità e farà perdere il PD pur avendo giocato tutte le sue carte sulla ricomposizione del centro-sinistra sul piano nazionale, smentendo l'esito di Chianciano e tornando ad essere quel partito subalterno che PRC e PdCI sono sempre stati.


Ben diverso è il discorso per chi non accetta quella logica e ritiene che una forza comunista o di sinistra radicale debba essere autonoma e alternativa. Anche in questo caso perciò, come quasi sempre, le riflessioni di Rossanda sono ipocrite e sconnesse [SGA].

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