Questa mattina il Corriere Adriatico ha pubblicato un intervento di Ermanno Torrico, segretario del PdCI di Urbino, che riflette sulle scorse elezioni amministrative e sul tracollo dei due partiti comunisti. Da un po' di tempo non mi occupo più molto delle vicende politiche locali di questa città e non ho piacere nell'intervenire pubblicamente. Le parole di Torrico però meritano risposta.
E in effetti nel suo intervento ci sono finalmente alcune parole di verità: "la conferma dell'alleanza col PD, dopo tre anni di contrasti con Corbucci sul progetto di città non è stata compresa dagli elettori che l'hanno giudicata solo come un'operazione finalizzata all'occupazione di qualche poltrona".
Torrico però si contraddice e mi accusa di avergli fatto perdere voti. In realtà, Azzarà ha avuto il merito di capire cosa stava succedendo in città e di indicare una strada che sarebbe stata vincente. Corbucci ha perso il 20% dei consensi: presentandoci da soli lo avremmo mandato al ballottaggio e avremmo fatto l'alleanza al secondo turno da una posizione di grande forza. Avremmo tenuto il PD in pugno, avremmo imposto le nostre priorità programmatiche e avremmo realmente potuto cambiare le politiche pubbliche in questa città. Invece, l'incapacità di analisi di chi ha voluto l'accordo ha cancellato la presenza dei comunisti a Urbino.
Non sarei più tornato su queste vicende ma Torrico mi costringe a ricordargli alcune cose. Per tre anni è stato al mio fianco nel criticare a spada tratta Corbucci e Demeli. Insieme a Torrico avevamo anche costruito un'alleanza alternativa al PD, l'Arcobaleno, molto prima che Gambini uscisse dal PD. Ricordo estenuanti riunioni e conservo ancora gli articoli di giornale e gli scambi di e-mail con Torrico. Numerose persone erano presenti ai furibondi litigi tra lui e Demeli. Improvvisamente, però, Torrico mi ha lasciato solo e si è schierato proprio con Demeli. Perché? Semplice: entrambi abbiamo ricevuto un diktat dall'alto. Lui si è piegato, io no.
Sul congresso del PRC Torrico è mal informato. Demeli e il suo gruppo si sono fatti il congresso tra loro, subito dopo aver allontanato 12 compagni scomodi: se anche avessi voluto parteciparvi non avrei potuto perché mi è stato impedito. Bella forza vincere il congresso così! Non a caso, c'è un ricorso al collegio nazionale di garanzia del PRC che dovrà pronunciarsi sulla legittimità delle espulsioni ma anche del commissariamento del circolo e del congresso. Vedremo cosa accadrà.
Noto però una cosa. Né io né i compagni a me vicini abbiamo intenzione di collaborare con chi appoggia Corbucci e dunque non ci sono più oppositori interni. Nonostante questo, l'iniziativa politica di Rifondazione non è mai ripartita e il partito, lungi dall'essersi rafforzato, è scomparso da Urbino. Speriamo nel futuro.
Il problema però, come sempre, è politico. Con tutti i problemi che ci sono a Urbino e con una Giunta come questa, che è espressione dei poteri forti e del cemento, per rilanciare Rifondazione sarebbe necessario che il partito si schierasse apertamente all'opposizione. Invece si continua a sperare nell'elemosina di un assessore esterno e si vuole tutelare la poltrona in provincia. Lo stesso problema si pone per le regionali. Savelli sta elemosinando un accordo con il PD ed è disposto persino ad allearsi con l'UDC. In questo modo i comunisti dimostrano di essere inutili e senza spina dorsale e non si vede perché qualcuno dovrebbe votarli. E' necessario, a mio avviso, non solo che i comunisti si uniscano ma che ritrovino la loro autonomia e dignità e si liberino sia del servilismo verso il PD, sia di quei dirigenti che li hanno portati al disastro.
Stefano G. Azzarà
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