sabato 2 gennaio 2010
Sul manifesto un curioso controcanto alla teoria del dono
Speriamo sia anche un po' autoironico, visto l'abuso che quel giornale ne ha fatto in passato [SGA].
I PARADOSSI DELLA BUSTARELLA
Il dono DEI CORROTTI
Da tabù sociale a pratica tanto diffusa quanto rivendicata come strumento funzionale a vitalizzare una realtà bloccata. E dunque come atto di generosità o ricompensa per chi si appresta a svolgere un compito necessario al soddisfacimento dei propri interessi e obiettivi
di Bruno Accarino, il manifesto, 31 dicembre 2009
Ormai giochiamo a chi le spara più grosse in fatto di cinismo. La mafia? Il più efficiente sistema di welfare dopo la Germania nazista, che grazie alle sue razzie in Europa riuscì ad aumentare le pensioni durante la guerra. Il tale o tal altro uomo politico colto con le mani nel sacco della refurtiva? È come l'acne adolescenziale, stupirebbe la sua assenza. Chi ha veramente sradicato la corruzione? Non certo Hitler, come ci ha insegnato tra gli altri Luchino Visconti. Forse Pol Pot, solo che fece mancare la materia prima sia dei corrotti che dei corruttori: per non sbagliare, li ammazzò tutti. Di questi tempi tira il disincanto, le sparate savonaroliane sono ineleganti in partenza e fanno diradare gli amici - scompaginano gli equilibri del salotto -, la stagione di tangentopoli non entusiasmò nessuno già allora, oggi al massimo evoca l'immagine di una sinistra avviata al disorientamento...
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