lunedì 31 maggio 2010
Università: dopo il taglio agli stipendi, forse la protesta si estende anche ad ordinari e associati
Che finora hanno fatto finta di niente. Intanto la petizione on line supera le 7.000 sottoscrizioni [SGA].
Ancora tagli all'università: dopo i fondi anche i professori
Petizione contro la nuova manovra economica (24/05/2010)
Il sistema dell'università e della ricerca italiana non può più tollerare tagli indiscriminati, generalizzati e genericamente punitivi, riduzione del potere di acquisto dei già magri stipendi, blocchi del turn-over e delle promozioni di carriera, tagli ai finanziamenti alla ricerca e ritardi nell'erogazione dei finanziamenti approvati. È un dato economico ben noto che finanziare la ricerca si traduce in un vantaggio in termini di competitività e quindi in un aumento del PIL indispensabile in un contesto di recessione economica internazionale. Risulta quindi immotivata e poco lungimirante una strategia di tagli che vadano a colpire ulteriormente il mondo della ricerca, già pesantemente penalizzato negli ultimi anni.
Sottolineiamo inoltre come la maggior parte delle misure allo studio vadano a colpire le fasce giovani ed i ricercatori attivi, colpendo il cuore del sistema ricerca. È essenziale cominciare a seguire un criterio di equità generazionale e meritocratico nell'elaborare decisioni strategiche in modo da non perdere i migliori talenti e le giovani leve. La difficile situazione economica dovrebbe essere affrontata con riforme strutturali condivise, una razionalizzazione delle spese, eventuali penalizzazioni per chi non fa e contestuale promozione del merito, tramite riconoscimenti salariali e di carriera, per chi ben fa. Solo in questo modo si può pensare di far sopravvivere il sistema della ricerca italiana.
Chiediamo quindi che al mondo della ricerca e dell'università non vengano imposti ulteriori tagli e che non si applichino blocchi del turnover consentendo ai meritevoli di entrare nel sistema e di fare carriera.
PAOLO MAINIERO, MATTINO del 29/5/2010 a pag. 36
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