venerdì 18 giugno 2010
Se questo è un uomo. Veltroni complice del ricatto della Fiat verso gli operai
Con questa intervista al Corriere dell Sera, l'onorevole Walter Veltroni - in nome del "riformismo" di cui si ritiene alfiere - si rende complice del ricatto della Fiat verso gli operai di Pomigliano e di tutta Italia e dimostra una volta di più di che pasta è fatta la classe dirigente del PD. I lavoratori dipendenti di questo paese dovrebbero ricordarsene, un domani. Veltroni e tutta l'ex segreteria della FGCI degli anni Settanta sono un danno per l'Italia e per i lavoratori [SGA].
«Mettere nell'angolo la Cgil non ha nessun senso strategico per il Paese». La Fiat e Pomigliano, parla Veltroni: «Un accordo duro, ma inevitabile»
«Non ci sono ricatti, sull'assenteismo bisogna dire la verità, come i 1.600 permessi per le elezioni 2008»
Maria Teresa Meli, Corriere della Sera, 17 giugno 2010
ROMA — Onorevole Veltroni, un giudizio su Pomigliano.
«Questo accordo mi sembra inevitabile: è molto duro, però non avviene sotto un ricatto, bensì a causa di una condizione obiettiva che è figlia della nostra globalizzazione diseguale. Come sempre, bisogna mettere sul piatto della bilancia le due alternative: o si rinuncia come Paese a 700 milioni di investimenti e a 15 mila posti di lavoro nel Mezzogiorno, oppure ci si confronta con una sfida, sicuramente difficile dal punto di vista delle relazioni sindacali, e si cerca di trovare il punto più alto di equilibrio tra le esigenze dell' azienda e i diritti dei lavoratori, il primo dei quali è diritto di sciopero. A questo proposito voglio ricordare che la Fiat qualche anno fa sembrava sull'orlo del collasso, ora è un azienda che ha comprato Chrysler, è un azienda in sviluppo che ha investito in Italia molti milioni di euro, è uno dei pochi pezzi d'Italia che invece di essere acquistata, acquista e vuole passare, in cinque anni, da 700.000 a 1.600.000 auto prodotte nel nostro Paese. Dunque, non cimentarsi con questa sfida sarebbe molto rischioso...
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