lunedì 21 giugno 2010
Università: Giavazzi comanda l'approvazione del DDL. La risposta dell'ANDU
Giavazzi ora vuole subito il DDL. A ruota Quagliariello e Berlusconi.
ANDU (Associazione nazionale docenti universitari), domenica, giugno 20, 2010
Periodicamente Francesco Giavazzi, economista bocconiano, prova a ‘dettare legge’ sull’Università. Già una volta gli è andata bene. Infatti nel novembre del 2008 aveva scritto che occorreva intervenire sui concorsi già banditi e con una parte delle commissioni già composta e subito il Governo aveva provveduto con un decreto-legge che è solo servito a rinviare di mesi lo svolgimento dei concorsi, senza sconvolgerne gli esiti ‘prestabiliti’: la presenza del ‘membro interno’ e la possibilità per la Facoltà di non chiamare gli idonei non ‘prescelti’ dal ‘maestro’ locale renderà ora sostanzialmente ininfluente il sorteggio di una parte delle commissioni.
Francesco Giavazzi, però, non si preoccupa solo del bene generale dell’Università, ma anche di quello di settori a lui vicini. Come quando, sempre sul ‘suo’ Corriere della Sera, si è preoccupato, assieme a Roberto Perotti (lui sul ‘suo’ Sole 24-ore), di alcuni concorsi a Roma Tre, mostrando così che alcuni ‘particolari’ concorsi sono particolarmente pubblici: se ne scrive, prima e dopo, sui ‘grandi’ quotidiani che consentono a pochi privilegiati (sempre gli stessi) anche di giudicare, prima e dopo, i concorsi.
Ora, sempre sul ‘suo’ Corriere della Sera, Francesco Giavazzi torna ad occuparsi di tutta l’Università. Nel suo intervento, dopo essersi complimentato con il ‘suo’ Ministro per avere messo in un decreto-legge quanto da lui ‘preteso’ nel novembre del 2008 (“da un giorno all’altro fece saltare migliaia di concorsi universitari”), egli si lamenta del ritardo con quale il DDL governativo sull’Università è stato presentato dal Governo (“nove mesi, un tempo perduto senza alcun motivo”). Quindi egli suggerisce alla maggioranza di non farsi “scrupolo nell’usare il voto di fiducia” anche per questo provvedimento. Poi Giavazzi si inventa che il DDL “è un passo avanti soprattutto nelle nuove modalità di reclutamento”, che darebbero fastidio ai “vecchi baroni”...
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