martedì 14 settembre 2010
Ecco la "solidarietà" delle Università verso i ricercatori: tutti sostituiti con i contrattisti
Ciò che a Bologna suscita ancora un minimo di scandalo, a Urbino è una cosa considerata normale e per la quale nessuno protesta.
La realtà è che il Ministero, con la complicità delle Università, ha neutralizzato l'efficacia della protesta dei ricercatori con una semplice circolare che consente di aggirare il limite del 20% degli insegnamenti a contratto. Gli insegnamenti dei ricercatori saranno dunque tenuti dal primo che passa per la strada e che fa domanda di supplenza. E chissenefrega della qualità, del merito e di tutte quelle belle parole con cui, dal governo ai rettori, tutti si riempiono la bocca.
Nell'andare di male in peggio, come si vede, l'università di Urbino è all'avanguardia [SGA].
Blocco della didattica all'Alma Mater
"Sostituiremo i ricercatori che aderiscono"
La protesta contro la Gelmini costa caro: i ricercatori dell'Università di Bologna che non terranno lezione saranno rimpiazzati da docenti a contratto. Lo ha deciso il senato accademico inviando un ultimatum che scadrà venerdì alle dodici: "Non possiamo permetterci di bloccare corsi fondamentali". La risposta: "E' gravissimo"
La protesta contro la Gelmini costa caro: i ricercatori dell'Università di Bologna che aderiscono al blocco della didattica saranno sostituiti da docenti a contratto, almeno quelli dei corsi fondamentali. Lo ha deciso il Senato accademico all'unanimità. Sarà spedita una lettera a tutti i presidi di facoltà che a loro volta la gireranno ai ricercatori chiedendo se hanno intenzione di aderire al blocco della didattica o meno. La risposta dovrà arrivare entro venerdì alle 12 e chi non lo farà sarà considerato come non disponibile a fare lezione. Ogni facoltà spedirà i dati raccolti alla sede centrale che deciderà quanti e quali corsi coprire con bandi per docenti a contratto. La priorità è per i corsi fondamentali. I ricercatori: "Ci rimpiazzano, è gravissimo"...
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