lunedì 15 novembre 2010

La storia complicata della ricerca scientifica in Italia

Angelo Guerraggio e Pietro Nastasi, L'Italia degli scienziati. 150 anni di storia nazionale, Bruno Mondadori

Non solo poeti, santi e navigatori, ma anche scienziati, tecnici e inventori hanno fatto - e, talvolta, fatto grande - l'Italia. Tuttavia, dal 1861 a oggi, questo aspetto della storia nazionale non ha sempre ottenuto adeguata attenzione. A 150 anni dall'Unità, è giunto il momento di raccontare il ruolo significativo che la cultura scientifica ha avuto e continua ad avere nella storia d'Italia, nei suoi intrecci fondamentali con politica e società, insieme alla rilevanza profonda dei contributi applicativi e delle scoperte che hanno inciso sulla struttura economica e sul benessere della nazione. "L'Italia degli scienziati" ripercorre questa storia appassionante, a partire dalle vicende dei suoi protagonisti. Dai matematici coinvolti nelle guerre d'indipendenza, che trasferirono in seguito il proprio impegno civile nelle aule parlamentari, ai pochi scienziati che nel 1931 rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo, come il chimico Giorgio Errerà e il matematico Vito Volterra, passando per lo storico incontro tra l'espatriato Meucci e un Garibaldi inedito, appassionato cultore di materie scientifiche; dagli inventori di fama internazionale come Guglielmo Marconi, adottato dalla propaganda fascista in veste di testimonial dei progressi della scienza e della tecnica italiane, ai "ragazzi di via Panisperna", che collaborarono alle ricerche sull'energia nucleare di Enrico Fermi, per arrivare fino agli ultimi Nobel novecenteschi, Renato Dulbecco, Carlo Rubbia e Rita Levi Montalcini.
In occasione dell’anniversario dei 150 anni dall’Unità d’Italia gli autori, importanti punti di riferimento della comunità scientifica nazionale, propongono una storia della scienza italiana, dal 1861 a oggi, che vede coinvolti ricercatori, scienziati e studiosi di varie discipline (matematici, fisici, scienziati nucleari, biologi…) che hanno contribuito al progresso del Paese. Soffermandosi sul rapporto tra scienza e società, il libro mostra che in certi momenti, abbiamo raggiunto l’eccellenza e siamo stati apprezzati dalla comunità internazionale come emblema della modernità.

di Sergio Luzzatto, Domenicale del Sole 24 Ore, 14 novembre 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

interessante