lunedì 3 gennaio 2011
Londra asilo per i rivoluzionari del XIX secolo
Enrico Verdecchia: Londra dei cospiratori, Tropea editore, 2010
Per tutto l'Ottocento, fino al momento della sospirata Unificazione nazionale, Londra è stata il luogo d'esilio e di libertà, più o meno controllata, in cui i patrioti italiani si sono ritrovati per preparare il terreno dei moti rivoluzionari e soffiare sul fuoco dell'indipendenza italiana. Sulle sponde del Tamigi, tra taverne popolari e alberghi lussuosi, seguiamo le orme lasciate da Ugo Foscolo, immerso in un'attività editoriale e giornalistica frenetica, e alle prese con uno stile di vita dissoluto e scelte finanziare scellerate che lo porteranno lentamente a una morte tra ristrettezze e clandestinità. Troviamo Mazzini, sconfitto, ma sempre più convinto degli ideali della rivoluzione, protetto dalla massoneria inglese e intento a parlare agli italiani di una nazione unita e indipendente, e a creare insieme a polacchi e francesi un movimento europeo, mentre dalle sue lettere ne cogliamo i tormenti interiori per un amore rimpianto e un figlio clandestino. È poi il turno di Garibaldi che dopo aver fatto l'Italia fa il suo ritorno trionfale a Londra dopo che già nel '33 era stato accolto con grande favore. E poi ancora i fratelli Ruffini, Berchet, Prati eccetera. Emergono così i rapporti dei nostri patrioti con i grandi protagonisti del pensiero europeo da Chateaubriand a Mill, da Marx e Engels a Bakunin... che restituiscono una visione spesso dimenticata del Risorgimento italiano come un movimento di ideali e passioni organicamente europee. Tra dettagli biografici sconosciuti ai più e precisione storica e urbanistica, questo libro è uno spaccato di un'epoca e di una metropoli che pure tanta parte scopriamo avere nella storia pre-unitaria dell'Italia.
Int. a ENRICO VERDECCHIA di GUIDO CALDIRON, LIBERAZIONE del 2/1/2011 a pag. 8
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