giovedì 31 marzo 2011

La sinistra imperiale trova in Pietro Ingrao il suo padre ignobile

Questo coniglio mannaro verboso e dalla lacrima facile, uno dei pochi dirigenti comunisti italiani dei quali si può dire con certezza che non ha mai fatto un soldo di bene alla classe operaia, è famoso per le rettifiche fuori tempo massimo. Con un editoriale dell'Unità legittima nel 1956 l'invasione dell'Ungheria ma la condanna 40 anni dopo, quando l'URSS non c'è più, per prendersi gli applausi dei "riformisti" e della sinistra morale. Non muove un dito per difendere i suoi allievi del manifesto quando vengono espulsi dal PCI per poi cospargersi il capo di cenere quando non ha più nulla da temere. Così, potremmo essere bravi tutti.
Fautore della "corrente calda", sproloquiatore dell'"utopia concreta" e fomentatore di tutti gli autodidatti della poesia, è l'ispiratore palese di Fausto Bertinotti e Nichi Vendola. Inutile, ma con dolo.
Oggi si unisce al coro di chi criminalizza il dittatore, domani sarà sicuramente in prima linea contro Cuba [SGA].

Int. a PIETRO INGRAO di BENEDETTO GRAVAGNUOLO, L'UNITA' del 30/3/2011 a pag. 36/37
L' etica di Ingrao, pacifista un po' guerriero

Paolo Franchi, Corriere della Sera, 31 marzo 2011
IL CASTRISMO CROLLERA' A RITMO DI PUNK LATINO
GUILLERMO FARINAS, LIBERO del 30/3/2011 a pag. 30/31

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