martedì 12 aprile 2011
Il nuovo libro di Jürgen Habermas
Jürgen Habermas: Il ruolo dell'intellettuale e la causa dell'Europa, Laterza, Roma-Bari 2011
Nella nostra società mediatica si sta attuando un mutamento strutturale della sfera pubblica, in cui tradizionalmente gli intellettuali si sono mossi come pesci nell’acqua. Questa scena oggi è più inclusiva, lo scambio si è fatto intenso come non mai in precedenza, eppure gli intellettuali sembrano soffocare come travolti da un’overdose. L’abbondanza pare trasformarsi in maledizione. La televisione ha cambiato la scena. Essa deve mostrare in immagini ciò che vuol dire, e ha accelerato la svolta dalla parola all’immagine. Davanti alla telecamera gli attori, a qualunque titolo contribuiscano al contenuto del programma, rappresentano se stessi. Ma la buona fama di un intellettuale, se ne ha una, non si fonda in primo luogo sulla notabilità o la notorietà, bensì sulla reputazione scientifica. Se interviene con degli argomenti in un dibattito, deve potersi rivolgere a un pubblico che non consiste di spettatori, bensì di potenziali parlanti e destinatari, che possono render conto l’un l’altro. Si tratta idealmente di scambiare delle ragioni, non di inscenare una concentrazione di sguardi. Il formarsi dell’opinione e della volontà democratica ha una dimensione epistemica, perché è in gioco anche la critica di asserzioni e valutazioni false. Vi è coinvolta una sfera pubblica discorsivamente vitale. Per questo c’è una grande differenza tra il confronto argomentato di pubbliche opinioni in concorrenza tra loro e i sondaggi. Le pubbliche opinioni che s’ingenerano nel fervore delle discussioni e delle polemiche, per dissonanti che siano, passano attraverso il filtro delle informazioni e delle motivazioni, mentre la demoscopia non fa altro che annunciare, nel loro stato grezzo e statico, opinioni in certo qual modo latenti.
di Benedetto Vecchi, da il manifesto, 7 aprile 2011
FEDERICO VERCELLONE, LA STAMPA del 11/4/2011 a pag. 33
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