mercoledì 15 giugno 2011

Amina, Obama e la cyberwar: come ti invento il dissidente

Nei giorni scorsi tutti i mezzi di comunicazione di tutti gli schieramenti politici e culturali versavano lacrime sulla povera blogger siriana Amina - giovane, bella e gay, un mix perfetto soprattutto per eccitare l'aggressività politically correct della sinistra liberal - perseguitata e poi arrestata dal feroce regime del "nuovo Hitler" dell'ultimo quarto d'ora: Bashar Assad.
Si trattava in realtà dell'invenzione di un attivista americano, e questo dovrebbe costringerci a riflettere sulla professionalità e sull'intelligenza di chi lavora nelle redazioni di giornali e tv.
Tuttavia, non pare che tutto ciò, come minimizza il Corriere, possa essere derubricato sotto il titolo generico "i rischi dell'informazione in internet". Si tratta piuttosto di una nuova e sofisticata forma di guerra tecnologica e a farlo capire sono anche le dichiarazioni pubbliche dell'amministrazione USA, che ha varato un programma di sostegno digitale attivo per i "dissidenti" di tutti gli Stati la cui sovranità Whashington sta meditando di violare [SGA].

sky.it
di Marina Mastroluca, l'Unità,
8 giugno 2011
di Viviana Mazza, Corriere della Sera
Finanziamenti Usa per realizzare reti wireless "nascoste" per consentire ai cyber attivisti di comunicare in paesi come Iran, Siria e Libia
l'Espresso on line 13 Giugno 2011

2 commenti:

Fathersandaughters ha detto...

Non ho capito in tutta questa mistificazione comunicativa, a chi appartiene l'immagine di Amina, pubblicata sui giornali?

materialismostorico ha detto...

Boh, sarà un'amica o la fidanzata dell'attivista americano che ha architettato la faccenda...