giovedì 27 ottobre 2011

Il secondo volume del Corpus Hermeticum nella collana della Fondazione Valla

P. Scarpi (a cura di), La rivelazione segreta di Ermete Trismegisto, vol. II. Milano: Fondazione L. Valla - Mondadori, 2011

Quando Poimandres, il Nous del dominio assoluto, appare in forma di essere gigantesco a un uomo tutto teso col pensiero verso l'essere e gli domanda cosa voglia "udire e vedere e poi apprendere e conoscere grazie alla contemplazione", il suo interlocutore gli risponde: "Voglio essere istruito intorno agli esseri, comprenderne la natura e conoscere dio". E così che inizia il primo Trattato, il Poimandres, del Corpus Hermeticum: e subito a quell'uomo si svela tutto, trasformandosi in luce serena e gioiosa della quale egli si innamora. La rivelazione segreta di Ermete Trismegisto - il "Corpus Hermeticum" - è una delle raccolte di testi più fortunate e influenti che la tarda antichità ci abbia lasciato. Ed è certo difficile resistere al fascino che viene dalla sua singolare miscela di teologia e cosmologia, di studio dell'uomo e dottrina dell'anima, demonologia e astrologia. È un libro, questo, che parla del Principio e della Fine, e adombra una via di Salvezza. Ha, inoltre, una storia del tutto romanzesca. Già attribuito al "tre volte grande" ("trismegistos", appunto) Ermes - il dio della scrittura, dell'astrologia e dell'alchimia che risulta dall'associazione della divinità greca con l'egizio Thoth - esso è ritenuto antico quanto se non più di Mosè, e interpretato come prefigurazione del Cristianesimo. Redatto, in realtà, tra il I e il IV secolo della nostra èra, nel 1460 l'originale greco giunge nelle mani di Cosimo de' Medici, che ordina subito a Marsilio Ficino di dimenticare Platone...

PIETRO CITATI, CORRIERE DELLA SERA del 26/10/2011 a pag. 38/39

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