mercoledì 19 ottobre 2011
Pinocchio come metafora della nazione
Suzanne Stewart-Steinberg: L' effetto Pinocchio. Lo stato italiano alla ricerca di una nazione 1860-1920, Elliot
«Gli aspetti complessi legati alla nascita dell’identità italiana riletti attraverso la simbologia di Pinocchio, hanno il merito di fornirci strumenti e interpretazioni molo convincenti di un passato su cui c’è ancora molto da conoscere» STEPHEN GUNDLE, TIMES
La storia d’Italia nel periodo che va dall’Unificazione alla nascita del fascismo è quella di uno Stato in cerca di una nazione. Una nascente struttura politica molto fragile che cerca una legittimazione e che, nel suo sforzo di liberarsi definitivamente dai governi stranieri e di trovare una propria via verso la modernità, finirà per naufragare nella dittatura. Suzanne Stewart-Steinberg sceglie di raccontare quei sessant’anni di storia usando come metafora il Pinocchio di Collodi. Come il burattino, l’Italia non riesce a trovare una sua identità: non è né bambino né adulto, né umano né inumano, né marionetta né soggetto autonomo. Un paese prigioniero di una sindrome adolescenziale e condizionato da influenze esterne. La nascita dell’identità nazionale viene ricostruita attraverso il pensiero e l’azione di alcuni dei personaggi più importanti dell’epoca, da Matilde Serao a Maria Montessori, da Cesare Lombroso alla regina Elena, la nascita della pedagogia, la psicoanalisi, il positivismo, l’influenza della Chiesa, i prodromi del fascismo. “Gli italiani, come ricorda Umberto Saba, sono l’unico popolo (credo) che ha avuto, alle origini della sua nascita (o della sua leggenda) un fratricidio. Ed è solo attraverso il parricidio (l’uccisione del vecchio) che si può iniziare una rivoluzione. Gli italiani vorrebbero avere un padre per chiedergli il permesso di uccidere i loro fratelli”.
ROBERTO ESPOSITO, LA REPUBBLICA del 18/10/2011 a pag. 59
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