lunedì 31 ottobre 2011

Un libro su Hölderlin e l'idea di rivoluzione

Claudio Bazzocchi: Hölderlin e la rivoluzione. Il socialismo oggi tra libertà e destino, ETS, Pisa 2011

Come fare perché la rivoluzione non si tramuti in oppressione? Perché con la Rivoluzione francese trionfa la frammentazione borghese e il nuovo ordine capitalistico della divisione del lavoro?
Per Hölderlin, la rivoluzione non deve essere solo abbattimento della tradizione, ma equilibrio tra innovazione e tradizione: elaborazione dello scarto tra libertà e destino e allo stesso tempo consapevolezza di quello scarto - che nessuna autonomia illuministica potrà rimuovere - per il quale ci sarà sempre bisogno di una risposta simbolica. Destino mortale e grande politica si tengono, oltre ogni vuoto moralismo repubblicano e titanismo violento. La grande politica non può che avere allora carattere mitico, poiché in essa è coinvolto un intero popolo che elabora collettivamente l'attraversamento del destino, senza rassegnarsi a esso e senza tentare scorciatoie violente. E non a caso il libro si conclude con una suggestione gramsciana. Per il pensatore sardo, si acquista coscienza della propria subalternità nel piano della sovrastruttura e, tramite l'ideologia, si costruiscono gli strumenti per conquistare l'autonomia dai dominanti.
Alla fine del suo percorso da Hölderlin a Gramsci, per l'autore il socialismo si configura non solo come una teoria economica o politica per la giustizia sociale, ma anche e soprattutto come quell'ethos che tiene nella sfera pubblica la questione dell'essere, ampliando la comprensione dell'umano, anche nella dimensione privata del rapporto con se stessi. Tale rapporto virtuoso tra sfera pubblica e sfera privata è ciò che veramente può consentire una vera liberazione dei subalterni, affinché diventino autonomi creatori di storia.

Claudio Bazzocchi è dottore di ricerca in Filosofie e teorie sociali contemporanee. Si occupa di filosofia politica e storia delle idee. Ha pubblicato nel 2009 presso Diabasis Il fondamento tragico della politica. Per una nuova antropologia socialista. Per Aracne ha scritto Libertà e destino (2009) e La notte della conservazione. Antropologia hegeliana e riconoscimento (2010). Per anni si è occupato di cooperazione internazionale e ha studiato il rapporto perverso tra nuove guerre e aiuto umanitario. Ricordiamo il suo La balcanizzazione dello sviluppo. Nuove guerre, società civile e retorica umanitaria nei Balcani (2003) per i tipi della casa editrice il Ponte.

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