lunedì 17 ottobre 2011

Una nuova edizione del saggio di Gerbi sul problema teologico del peccato originale

 Antonello Gerbi, «Il peccato di Adamo ed Eva», a cura di Sandro Gerbi, Adelphi, Milano 2011

Siamo uomini o dèi Peccatori o eletti? In noi è solo il marchio della colpa o anche un tormento intimo che è catarsi, purificazione? Queste le domande che Antonello Gerbi si pone, e pone al lettore, esaminando le secolari discussioni circa la vera natura del peccato originale – da Filone Giudeo ad Ambrogio, da Agostino ai romantici tedeschi fino ai giorni nostri – nell’ambito di un’analisi che mira a individuare il senso profondo delle singole interpretazioni. Gerbi non procede tuttavia in ordine cronologico, bensì muove da quella che a suo avviso è stata la prima organica formulazione del problema: la si deve, scrive, all’oggi dimenticato Adrian Beverland (1650-1712?), libertino olandese, «filologo, teologo e scrittore osceno solo quanto un filologo e teologo può esserlo», autore fra l’altro di un eretico De peccato originali. Qual è la sua scandalosa «ipotesi», a commento del terzo libro del Genesi? « Il frutto proibito da Dio ad Adamo sarebbe stato il godimento di Eva», ovvero la cognizione carnale di Eva da parte di Adamo. Il libro – insieme brillante e prodigiosamente erudito – apparve nel 1933 presso la Società editrice «La Cultura». Dopodiché, per quarant’anni, Gerbi continuò ad annotare il proprio esemplare in vista di una totale riscrittura, mai portata a termine. Questa edizione, che include tutte le annotazioni manoscritte lì depositate dall’autore, è da considerare a buon diritto un’opera nuova, nonché la postuma realizzazione di quel progetto.
Torna, arricchito degli appunti stesi in 40 anni, il saggio di Gerbi su Adamo ed Eva
Così la riflessione sui progenitori dell' umanità ha formato l' etica
Giuseppe Galasso Pagina 39 (16 ottobre 2011) - Corriere della Sera

Nessun commento: