sabato 29 ottobre 2011
Una nuova narrazione utopica nel segno della famosa biopolitica
Felice Cimatti: La vita che verrà. Biopolitica per Homo sapiens, Ombre Corte, Verona 2011
La vita che verrà è quella che, finalmente, di nuovo possiamo immaginare oltre quella che stiamo vivendo. Una vita che in molti hanno provato a farci credere fosse non solo l'unica possibile ma anche la migliore. Ma oggi sappiamo che questo non è vero, che altre vite sono possibili, che così come - ad esempio non moriamo più per il virus del vaiolo (che sopravvive ibernato solo nei frigoriferi di due laboratori scientifici), possiamo anche vivere senza e oltre il capitalismo. Non è certo la prima volta che una vita diversa viene immaginata, e non sarà certamente nemmeno l'ultima. L'idea di questo libro è che per provare a immaginare la vita che verrà sia necessario partire dalla natura umana. Siamo animali fatti di immaginazione, e quindi di desiderio, quello stesso desiderio di cui il filosofo Gilles Deleuze diceva che "non ce n'è mai abbastanza". E siamo questa capacità di immaginare perché la nostra natura biologica coincide, di fatto, con la facoltà di linguaggio. Forse allora è la biolinguistica, la scienza che studia il linguaggio come fenomeno biologico, che ci serve per capire come può essere una vita umana adatta alla nostra natura.
SCAFFALE 1 - Dall'economia politica alla psicoanalisi. «La vita che verrà», nuovo saggio di Felice Cimatti
Animali politici in cerca di autore
Il fondamento biologico del carattere politico della vita umana svela l'innaturalità di un capitalismo che limita le potenzialità e apre le possibilità di desiderare un altro mondo possibile
di Marco Mazzeo il manifesto 26 ottobre 2011
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