venerdì 25 novembre 2011

Divisione dei saperi ed egemonia delle tecno-scienze nella transizione capitalistica

Piero Bevilacqua (a cura di): A che serve la storia? I saperi umanistici alla prova della modernità, Donzelli, Roma 2011

L’insieme dei saggi che compongono il volume sorge da un’esplicita volontà di rivolta culturale: una critica radicale alle strutture ufficiali delle discipline scientifiche della nostra epoca, diventate ormai istituzioni, pratiche di dominio, soffocante senso comune. I saperi umanistici subiscono oggi un’emarginazione sempre più deliberata e vengono apertamente privati di valore e di significato sociale, a favore delle conoscenze tecnico- scientifiche, portatrici di un’ovvia e immediata utilità economica. L’umana conoscenza, la riflessione intellettuale, ogni forma di attività culturale deve disporsi in funzione del supremo fine di rendere competitive le varie economie nazionali nel grande agone globale. In questa visione ormai quasi bellica dello sviluppo economico – ma che in realtà esprime un passaggio epocale del capitalismo, impegnato a piegare ogni elemento della realtà, dalla natura alla mente umana –, i saperi umanistici e quelli popolari e tramandati, la letteratura, la filosofia, l’arte, la storia, il vasto ambito di ricerca spirituale è stato chiamato a compiti marginali e ancillari. Ma oggi questo scenario specialistico e utilitario è in scacco. Esso esprime una conoscenza sempre più approfondita ed esatta, che si esercita su ambiti delimitati, distaccati dai loro contesti più generali, perdendo così di vista il sistema delle connessioni che tiene unita la realtà in reti complesse. Uno dei compiti fondamentali delle culture umanistiche è quello di risvegliare l’umanità dal sonno dogmatico dell’economicismo in cui essa è sprofondata. I saperi liberi del nostro tempo devono farsi portatori di una cultura cosmopolita, che torni a guardare alla stella polare della giustizia sociale, della solidarietà fra i popoli e fra gli uomini, del dialogo tra le culture, di un rapporto nuovo di cura e di rispetto per tutto il mondo vivente di cui costituiamo una parte, diventata ormai distruttivamente dominante.

Piero Bevilacqua è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Roma «La Sapienza». Nel 1986 ha fondato con altri studiosi l’Istituto meridionale di storia e scienze sociali (Imes), di cui è attualmente presidente. Tra le sue molte pubblicazioni, si ricordano: Breve storia dell’Italia meridionale (Donzelli, 1993, 2005), Miseria dello sviluppo (Laterza, 2008), Il grande saccheggio. L’età del capitalismo distruttivo (Laterza, 2011).

INTERVENTI
Giuseppe Cantarano il manifesto 2011.11.24

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