martedì 1 novembre 2011

L'imperialismo dei diritti universali. Arthur Moeller van den Bruck, la Rivoluzione conservatrice e il destino dell'Europa

Stefano G. Azzarà: L'imperialismo dei diritti universali. Arthur Moeller van den Bruck, la Rivoluzione conservatrice e il destino dell'Europa, con la prima traduzione italiana de "Il diritto de popoli giovani", di Arthur Moeller van den Bruck, La Città del Sole, Napoli 2011

La fine della Prima guerra mondiale si accompagna alla perdita del potere per l'establishment liberalconservatore in Germania, nonostante il fallimento in extremis della rivoluzione comunista. In condizioni politiche ed economiche molto difficili, segnate dal forte condizionamento del Paese da parte delle potenze vincitrici, si tratta adesso di fronteggiare l'affermazione definitiva della società di massa e l'avvento del metodo democratico nella sfera pubblica. Comincia una riflessione tormentata, che costringerà le classi dirigenti e intellettuali tradizionali ad una rottura "rivoluzionaria" con il proprio passato e con ogni nostalgia verso la monarchia e la società agraria.

Poco noto in Italia, Arthur Moeller van den Bruck è stato tra i principali ispiratori di un rinnovamento di categorie e forme politiche che porterà la destra tedesca - ma anche quella europea - a contendere alle sinistre rivoluzionarie come a quelle riformiste il terreno della politica di massa. Da qui la teorizzazione di una vera e propria lotta per l'egemonia che pone già al livello concettuale e linguistico il problema del passaggio delle destre dalla coercizione alla ricerca del consenso, all'interno come all'esterno della nazione. Notevole è in questo senso la riflessione di Moeller su quelle forme di partecipazione e di leadership che possono riempire di contenuti la cornice democratica, declinandola in chiave autoritaria e rendendola funzionale alle esigenze di mobilitazione totale.

Non meno rilevanti sono però i problemi della politica internazionale che Moeller e la sua cerchia, riunita attorno alla rivista "Gewissen", si trovano a interpretare. La guerra mondiale ha fatto a pezzi la retorica dell'universalismo umanistico, svelando a spese della Germania come dietro il richiamo ipocrita ai diritti dell'uomo e alla democrazia parlamentare covasse la volontà di potenza imperialistica dei paesi dell'Intesa intenzionati a mantenere lo status quo di fronte a un Paese in ascesa. Al tempo stesso, le rivolte incipienti dei popoli coloniali e l'emergere di nuove aree geopolitiche, come gli Stati Uniti, mettono a repentaglio l'ordinamento eurocentrico della Terra. La riflessione sui Grandi Spazi integrati e lo sviluppo di progetti federalistici che superino il mero particolarismo dello Stato-nazione apparirà come l'unica via per salvaguardare il primato europeo, evitando il ripetersi di una guerra fratricida in quel mondo bianco che anche per la Rivoluzione conservatrice costituisce lo spazio sacro della civiltà.
E' questo il senso dell'appello e della singolare proposta di alleanza che Moeller rivolge al Presidente statunitense Woodrow Wilson alla vigilia delle trattative di Versailles, in un testo - Il diritto dei popoli giovani - che fa da pendant al successivo e più noto Il Terzo Reich e che proponiamo qui in appendice nella prima traduzione italiana.
Moeller morirà suicida nel 1925, prima dell'ascesa del nazismo e della concomitante spaccatura tra le diverse anime della Rivoluzione conservatrice.

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