lunedì 12 dicembre 2011

Ancora la raccolta degli interventi di Ivo Andric sul fascismo

Ivo Andric: Sul fascismo, Nuova Dimensione


Nel 1920 Ivo Andric assume l’incarico di diplomatico presso l’Ambasciata del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni in Vaticano. Durante il suo periodo romano (durato fino al novembre del 1921) un fenomeno politico e sociale non sfugge all’occhio acuto e all’animo inquieto dello scrittore: la nascita e lo sviluppo del fascismo. Tutti i suoi scritti su questo tema sono stati elaborati dopo la sua permanenza a Roma e quella, brevissima, a Trieste (fine 1922 - inizio 1923) e pubblicati sulle riviste letterarie croate e serbe nel periodo 1923-1926: “Rivoluzione fascista, Benito Mussolini, Caso Matteotti, Crisi del fascismo - crisi d’Italia”, firmati con lo pseudonimo Res. Alla sua attenzione non sfuggono le opere di Marinetti e di D’Annunzio, di cui ha parlato nelle recensioni intitolate “Un libro di guerra di Gabriele d’Annunzio” e “Un nuovo romanzo di F.T. Martinetti”. All’edizione italiana di questi scritti di Andri? si aggiungono due ricordi dello scrittore serbo, entrambi del secondo dopoguerra: il primo è del suo amico Kalmi Baruh, ispanologo, ebreo di Sarajevo; il secondo è frutto di una dolorosa passeggiata di Andri? per i sentieri dell’antico cimitero ebraico di Sarajevo; questi saggi trasmettono intatta l’originalità dello sguardo di Andri? sul fascismo, un fenomeno che al tempo suscitò molte perplessità nelle cancellerie e nei parlamenti delle cosiddette vecchie democrazie e che oggi, travestito a volte da varie forme di populismo, conferma la sua preoccupante vitalità ideologica. Nel cinquantesimo anniversario del Premio Nobel, questo libro rappresenta qualcosa di più di un semplice omaggio a uno dei più grandi scrittori del Novecento.
 
SIMONE PALIAGA, LIBERO del 10/12/2011 a pag. 32/33
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