Diciassette anni di berlusconismo sono valutabili soltanto con le categorie politiche classiche? Oppure nel teatro delle faccende italiane va in scena un brogliaccio dove si affastellano - come se si partisse da un soggetto malscritto - commedia nera, gesta priapesche, ordinario malaffare, quarto e quinto potere infeudati, giustizia scorciata e figuri da avanspettacolo? Nessuno esiterebbe a rispondere: sì, è vero, è proprio così, alla seconda domanda. Ma non basta sapere che si è di fronte, ancora una volta, a una pessima rappresentazione. Vanno messi in relazione i diversi piani, va osservato tutto con lo sguardo lungo e penetrante di uno spettatore che in questi teatranti riconosce vizi remoti, e nelle loro gesta le repliche di farse usurate ma sempre in cartellone. Lo spettatore d'eccezione è lui, Franco Cordero. Non distoglie gli occhi neppure un attimo dalla scena, e ci addita ciò che la nostra stanchezza o la nostra esasperazione ci impediscono ormai di vedere. Andare con lui a teatro - all'eterno teatro di casa nostra - è sempre un'esperienza nuova.
di Simonetta Fiori Repubblica 18.1.12 da kataweb.it
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