mercoledì 15 febbraio 2012

Coazione a ripetere a sinistra

Dopo aver sviluppato un'analisi formalmente corretta della fase politica in corso e dell'attacco di classe della grande proprietà europea contro il lavoro dipendente, e dopo aver accusato il Pd di essersi fatto incastrare da Monti e Napolitano, la proposta politica che Marx XXI oggi avanza si concentra sostanzialmente in queste righe:
"Nei punti più alti della loro esperienza storica i comunisti hanno saputo analizzare le situazioni concrete ed elaborare proposte strategiche adeguate, capaci di mobilitare le masse e unirle su obiettivi che spostavano a favore del processo rivoluzionario i rapporti di forza: dalla rivoluzione d’ottobre che fece della pace subito la più formidabile arma contro il regime borghese emerso dalla rivoluzione di febbraio, al VII congresso del Komintern (1935) che elaborò la politica dei fronti popolari, come sviluppo e ampliamento della politica del fronte unico, magistralmente lanciata dal III Congresso (1921). Tale politica si sviluppò nei fronti antifascisti. In Cina Mao lanciava (1940) la “nuova democrazia”, come tappa intermedia per la repubblica popolare. Il Pci, con la “democrazia progressiva” dette uno sbocco politico avanzato alla resistenza e alla guerra di liberazione".

Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, perché qualunque cosa accada la proposta che viene da quella parte è sempre la stessa: cercare di realizzare un'alleanza con il Pd e cioè proprio con l'architrave strategico del golpe della Bce; indipendentemente dalla tendenza storica in corso e pretendendo di governarne o influenzarne la linea. A tal fine vengono proposte delle analogie storiche (sempre le stesse) che mettono in relazione tra loro grandezze non comparabili, in quanto esperienze che si sono sviluppate in fasi di espansione tendenziale del movimento sono utilizzate per legittimare la scelta alleantista di soggetti politici che oggi sono debolissimi e non contano nulla.
La proposta confuta dunque l'analisi che la precede e rivela un'incomprensione sia della gravità della crisi che dello stato di quei rapporti di forza ai quali si vorrebbe invece essere particolarmente attenti. Il "realismo" invocato diventa così velleitarismo e rinuncia alla costruzione di una posizione politica comprensibile. Quanto al mobilitare le masse, lasciamo perdere [SGA].

Per uno sbocco progressivo alla crisi di Andrea Catone, Editoriale del numero in corso di distribuzione della rivista MarxVentuno

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