giovedì 9 febbraio 2012
Dove si capisce come il postmodernismo passò anche dal non aver capito nulla di Gramsci
Gianni Borgna fa parte di quella straordinaria nidiata di dirigenti della Fgci che annovera anche l'onorevole veltroni e l'onorevole adornato ferdinando (detto: l'appetito vien mangiando). Rispetto alla genealogia dalemiana della catastrofe, che passò per Pisa, si acculturò ed ebbe il tempo di sviluppare forme di coscienza infelice e persino di tragicità, quella veltroniana è una catastrofe indissolubilmente legata all'humus culturale romano. E dunque caciarona, irresponsabile e fancazzista.
Mentre ai dalemiani andrebbero riservati un muro e delle pallottole non dico buoni, ma quantomeno acquistati in un dignitoso supermercato, per i veltroniani anche questi riguardi sarebbero eccessivi. Bisognerebbe semplicemente lasciarli affogare nelle loro stronzate [SGA].
L’autore dell’articolo che aprì nell’86 sul l’Unità la polemica sul Festival risponde all’intervento di Adinolfi. «Era giusto smetterla con gli snobismi Anche il pensatore comunista s’interessava alla cultura popolare»
di Gianni Borgna l’Unità 9.2.12
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