lunedì 6 febbraio 2012

Le origini libertine della Bohéme

Marchese di Pelleport: Bohémien, Cooper Edizioni

"Mentre il Marchese de Sade abbozzava "Le 120 giornate di Sodoma" nel carcere della Bastiglia, in una cella vicina un altro marchese libertino scriveva il proprio romanzo, altrettanto scandaloso, condito di sesso e calunnie varie, ma più rilevante quanto alle condizioni degli scrittori dell'epoca e della stessa scrittura (...). Caratterizzato da una prosa vivace, da parodia, dialoghi, espressioni a doppio senso, umorismo, disprezzo della religione, analisi della società, episodi irriverenti e oscenità, ma senza linguaggio volgare, "Bohémien" è un vero e proprio tour de force letterario. Il testo rientra contemporaneamente in diversi generi, dal romanzo picaresco al romanzo a chiave, dalla raccolta di saggi al trattato di tono libertino, fino all'autobiografia. Stile e tono richiamano "Don Chisciotte", che Pelleport cita come maggiore fonte di ispirazione. (...) "Bohémien" è un'opera cardine del libertinismo del XVIII secolo e fa luce sul mondo di poeti reietti, letterati vagabondi, filosofi squattrinati e scrittori da strapazzo. In altre parole, più di un secolo prima della "Bohème", mostra come ebbero origine i "bohémien"." (Dall'introduzione di Robert Darnton)

Arriva il romanzo proibito del marchese de Pelleport, un libertino francese vicino di cella di Sade: dopo oltre due secoli l’ha riscoperto Robert Darnton
MARIO BAUDINO La Stampa 06/02/2012

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