Nel 1876 Cesare Lombroso pubblica la prima edizione dell’«Uomo delinquente studiato in rapporto all’antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie». Un testo dirompente, che sottolinea con marcata evidenza la diversità – anzitutto biologica – fra gli individui «normali» e quei devianti, primitivi e arretrati, che presentano fisionomie deformi, pelle tatuata, insensibilità al dolore fisico e morale, instabilità affettiva, scarsa tendenza al rimorso e un linguaggio e una cultura che riflettono il loro isolamento rispetto alla società civile. Connesso all’analisi delle cause biologiche e sociali della delinquenza, anche in forma di brigantaggio, mafia e camorra, è lo studio della «terapia» del delitto: con la passione dell’osservatore sul campo Lombroso propone, oltre a misure di possibile prevenzione sociale, un confronto del sistema carcerario italiano con altre esperienze europee e con il sistema americano, interrogandosi anche sullo strumento del manicomio criminale. Avviando in tal modo una serie di riflessioni spesso fraintese, e su temi in gran parte ancora irrisolti, che fanno dell’«Uomo delinquente» un’opera classica in senso calviniano: un’opera che esiste cioè anche nella memoria collettiva di chi non ha letto il testo ottocentesco, fra l’altro sin qui non disponibile sul mercato editoriale italiano. Con la prefazione di Dario Melossi, questo volume ripropone per intero l’«Uomo delinquente» del 1876 in una attenta edizione a cura di Lucia Rodler, che sottolinea nella introduzione la cultura letteraria di Lombroso, ricostruendo nell’apparato delle note la biblioteca internazionale di uno degli autori italiani più conosciuti nel mondo.
sabato 4 febbraio 2012
Torna "L'uomo delinquente" di Cesare Lombroso
Cesare Lombroso: L'UOMO DELINQUENTE STUDIATO IN RAPPORTO ALL'ANTROPOLOGIA, ALLA MEDICINA LEGALE ED ALLE DISCIPLINE CARCERARIE, a cura di Lucia Rodler pil Mulino, pp. 437, 33
Nel 1876 Cesare Lombroso pubblica la prima edizione dell’«Uomo delinquente studiato in rapporto all’antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie». Un testo dirompente, che sottolinea con marcata evidenza la diversità – anzitutto biologica – fra gli individui «normali» e quei devianti, primitivi e arretrati, che presentano fisionomie deformi, pelle tatuata, insensibilità al dolore fisico e morale, instabilità affettiva, scarsa tendenza al rimorso e un linguaggio e una cultura che riflettono il loro isolamento rispetto alla società civile. Connesso all’analisi delle cause biologiche e sociali della delinquenza, anche in forma di brigantaggio, mafia e camorra, è lo studio della «terapia» del delitto: con la passione dell’osservatore sul campo Lombroso propone, oltre a misure di possibile prevenzione sociale, un confronto del sistema carcerario italiano con altre esperienze europee e con il sistema americano, interrogandosi anche sullo strumento del manicomio criminale. Avviando in tal modo una serie di riflessioni spesso fraintese, e su temi in gran parte ancora irrisolti, che fanno dell’«Uomo delinquente» un’opera classica in senso calviniano: un’opera che esiste cioè anche nella memoria collettiva di chi non ha letto il testo ottocentesco, fra l’altro sin qui non disponibile sul mercato editoriale italiano. Con la prefazione di Dario Melossi, questo volume ripropone per intero l’«Uomo delinquente» del 1876 in una attenta edizione a cura di Lucia Rodler, che sottolinea nella introduzione la cultura letteraria di Lombroso, ricostruendo nell’apparato delle note la biblioteca internazionale di uno degli autori italiani più conosciuti nel mondo.
Nel 1876 Cesare Lombroso pubblica la prima edizione dell’«Uomo delinquente studiato in rapporto all’antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie». Un testo dirompente, che sottolinea con marcata evidenza la diversità – anzitutto biologica – fra gli individui «normali» e quei devianti, primitivi e arretrati, che presentano fisionomie deformi, pelle tatuata, insensibilità al dolore fisico e morale, instabilità affettiva, scarsa tendenza al rimorso e un linguaggio e una cultura che riflettono il loro isolamento rispetto alla società civile. Connesso all’analisi delle cause biologiche e sociali della delinquenza, anche in forma di brigantaggio, mafia e camorra, è lo studio della «terapia» del delitto: con la passione dell’osservatore sul campo Lombroso propone, oltre a misure di possibile prevenzione sociale, un confronto del sistema carcerario italiano con altre esperienze europee e con il sistema americano, interrogandosi anche sullo strumento del manicomio criminale. Avviando in tal modo una serie di riflessioni spesso fraintese, e su temi in gran parte ancora irrisolti, che fanno dell’«Uomo delinquente» un’opera classica in senso calviniano: un’opera che esiste cioè anche nella memoria collettiva di chi non ha letto il testo ottocentesco, fra l’altro sin qui non disponibile sul mercato editoriale italiano. Con la prefazione di Dario Melossi, questo volume ripropone per intero l’«Uomo delinquente» del 1876 in una attenta edizione a cura di Lucia Rodler, che sottolinea nella introduzione la cultura letteraria di Lombroso, ricostruendo nell’apparato delle note la biblioteca internazionale di uno degli autori italiani più conosciuti nel mondo.
Il classico Il «manuale» del criminologo che avviò la riforma penale dell’Ottocento
di Oddone Camerana La Stampa Tuttolibri 4.2.12
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento