mercoledì 21 marzo 2012

Da Adelphi i frammenti di Porfirio sui Simulacri

Porfirio: Sui simulacri, tradotto da Franco Maltomini, introdotto e commentato da Mino Gabriele, Adelphi, Milano 2012, pp. 293, 17 €

Porfirio di Tiro, allievo prediletto di Plotino, fu il filosofo più temuto dai Padri della Chiesa per la svettante intelligenza e la raffinata erudizione, poste a difesa della millenaria sapienza pagana contro il dilagare della nuova concezione cristiana. Di lui si racconta che a un convito per l'anniver­sario di Platone, dove lesse un suo poema dal titolo Le nozze sacre, fu tacciato di pazzia per le «molte cose che aveva pronunciato nell'entusiasmo, in senso mistico e velato». Ma Plotino intervenne e gli disse: «Ti sei dimostrato al tempo stesso poeta e filosofo e ierofante». E tale si dimostra anche in questo Sui simulacri – di cui sopravvivono pochi, preziosi frammenti –, straordinaria introduzione alla lettura simbolica delle immagini sacre, ossia di quelle plastiche personificazioni dei fenomeni naturali e di visioni teologiche e cosmologiche che aprono l'accesso a conoscenze più alte. Creando un'intensa sintonia tra religione tradizionale e filosofia, Porfirio insegna come la comprensione delle figurazioni simboliche offra all'uomo la possibilità di avere cognizione delle cose ultramondane, giacché l'an­tica sapienza degli Egizi e dei Greci era stata capace di mostrare l'invisibile attraverso forme visibili, di sposare l'arcano ineffabile con la materia caduca in un indivisibile Uno. I colori, gli attributi ed epiteti che, opportunamente concertati, plasmano, rivestono e nominano i simulacri li rendono una memoria visiva che impedisce l’oblio del divino – e che permette di intendere tutta l'arte del mondo classico.

FILOSOFIA e RELIGIONE 


«Sui simulacri» di Porfirio interpreta le figure simboliche come mezzo per spiegare ciò che va oltre la realtà
Armando Torno Corriere della Sera 20 marzo 2012

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