domenica 27 maggio 2012

Pare che il signor Proudhon capisse di arte ancora meno che di filosofia e di economia


Catia Gabrielli:  L'arte in azione. Proudhon e gli artisti della Comune, Mimesis

E' trascorsa poco più di una settimana dalla proclamazione ufficiale della Comune, il 28 marzo 1871, quando Courbet invita gli artisti parigini a un'assemblea pubblica per discutere della nascente Federazione degli Artisti. Appena due mesi dopo, una dura repressione soffoca nel sangue i programmi e le aspirazioni di quei giovani impegnati a rivoluzionare anche il loro specifico ambito artistico. Per ricostruire le deboli tracce di quegli straordinari artisti, ben noti alla società del tempo e oggi quasi dimenticati, l'autrice ha analizzato l'opera del filosofo più amato e criticato dagli ambienti culturali e politici dell'epoca: Pierre-Joseph Proudhon, autore di un inusuale scritto di estetica alla base della visione artistica e politica dei giovani comunardi, per il suo richiamo a un'arte attiva, morale, in situazione con il proprio tempo. Uno scritto che sembra rivelare una forte influenza anche sulle generazioni artistiche successive e che, pur pagando la stessa "damnatio memoriae" di quegli artisti, appare ancora vitale e stimolante per le questioni fondamentali che intrecciano l'arte e le sue forme alla realtà.                                                           

SAGGI
Per Mimesis «L'arte in azione» di Catia Gabrielli. Oggi la presentazione a Milano «Chiamo dunque estetica la facoltà che l'uomo ha in sé di accorgersi e scoprire il bello e il brutto, il piacevole e lo spiacevole, il sublime e il triviale, nella sua persona e nelle cose, e di tradurre questa percezione in un nuovo mezzo di piacere» In ogni crisi di sistema riemerge la tendenza a investire l'arte di un attivo richiamo alla partecipazione

APERTURA - Marco Dotti il manifesto 2012.05.26 - 11

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