domenica 22 luglio 2012
Balibar da Althusser alla teoria della cittadinanza
Étienne Balibar: Cittadinanza, traduzione italiana di Fabrizio Grillenzoni, Torino, Bollati Boringhieri, pagg. 178, € 9,00
Risvolto
Se le categorie politiche fondamentali fossero rappresentabili sotto
forma di corpi geometrici, la cittadinanza sarebbe uno di quei poliedri
rotanti a superficie riflettente che creano insieme effetti luministici e
zone d'ombra. Con sapientissimo discernimento Etienne Balibar scruta
una a una le facce di quel solido, più numerose - e molto più incrinate -
di quanto si potrebbe supporre. Il significato dell'essere cittadini
era infatti tutt'altro che univoco e pacificato, già agli albori della
politica in Occidente. E la modernità lo ha mostrato ancor più
enigmatico e conflittuale. Indissociabile dalla democrazia, e dalle
rivendicazioni di uguaglianza e libertà da cui essa trae origine, la
cittadinanza si ridefinisce ogni volta all'interno della contraddizione
irrisolta tra vocazione universale dei principi e dispositivi selettivi
che regolano l'appartenenza a una comunità politica. Non tutti sono
cittadini, ancne all'interno di uno stesso Stato-nazione. Fu detto che
"alcune persone sono nella società senza essere della società". La
dinamica di inclusione ed esclusione continua a generare drammatiche
asimmetrie, a operare aperture e chiusure soprattutto oggi, in un
momento di particolare fragilità dello spazio pubblico e di
trasformazione della sovranità nazionale. Troppe antinomie dunque nella
cittadinanza? Balibar non se lo nasconde, ma sa che rinunciarvi
equivarrebbe a negarsi la possibilità di ideare nuovi modi di autonomia
collettiva, in una parola di democratizzare la democrazia.
Ermanno Bencivenga Domenicale 15 luglio 2012
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