giovedì 21 marzo 2013

Ripubblicati con testo a fronte gli scritti di Heidegger su Jünger

Ernst JungerMartin Heidegger: Ernst Jünger, traduzione e note di Marcello Barison, Bompiani, pagg. 872, euro 35

Risvolto
“A questo punto si dovrebbe entrare nel merito del suo trattato Sul dolore e mettere in luce l’intima connessione tra il ‘lavoro’ e il ‘dolore’. Questa connessione rinvia ai riferimenti metafisici che le si manifestano a partire dalla posizione metafisica della sua opera Il lavoratore”. Così Heidegger in occasione dei sessant’anni di Jünger, in un decisivo (quanto inquietante) passaggio de La questione dell’essere. Che riesce però in parte oscuro. Il loro confronto, infatti, è sempre rimasto vincolato a poche intensissime battute, quelle raccolte nel volumetto Oltre la linea, in mancanza di ulteriori attestazioni dell’Auseinandersetzung tra i due inconciliabili “Titani”. Ecco allora che Ernst Jünger, il volume che presentiamo – e che raccoglie tutti gli appunti degli anni trenta, il Colloquio su Jünger (che Heidegger tenne con un ristretto gruppo di colleghi all’Università di Freiburg), un manoscritto sul concetto jüngeriano di forma del 1954 e ciascuna delle glosse manoscritte appuntate dal filosofo sulle sue copie di lavoro – colma finalmente questa lacuna, mettendo a disposizione del lettore italiano l’intera mole degli scritti dedicati a Jünger in cui emerge con assoluta chiarezza il ruolo di prim’ordine giocato dall’autore delle Tempeste d’acciaio nelle celeberrime pagine heideggeriane consacrate alla questione della tecnica.

RACCOLTA DI SCRITTI
Redazione - il Giornale Gio, 21/03/2013 - 07:36 


I due «Titani» non si scontrarono mai davvero. Si annusarono, si sfiorarono, si misurarono a distanza. A parte, ovviamente, la fitta corrispondenza che intercorse fra loro. Poi, nel 1950, in occasione del sessantesimo compleanno del primo Titano, Martin Heidegger, il secondo Titano, Ernst Jünger pubblicò il saggio «Oltre la linea», dedicato al tema principe del loro pensiero: il nichilismo. Tema che risuona ovunque nel pensiero del loro comune punto di riferimento altrettanto titanico: Nietzsche. Nel saggio Jünger si domandava se fosse possibile «l'attraversamento della linea, il passaggio del punto zero» che è segnato dalla parola niente. Cinque anni dopo, la risposta di Heidegger, in «La questione dell'essere». Ora Bompiani pubblica, nella collana «Il pensiero occidentale» diretta da Giovanni Reale, l'intero «corpus» degli scritti su Jünger di Heidegger, antecedenti e successivi a «La questione dell'essere». Vale a dire: gli appunti degli anni Trenta, il «Colloquio su Jünger» che Heidegger tenne con un ristretto gruppo di suoi colleghi dell'Università di Friburgo, un manoscritto sul concetto jüngeriano di forma del '54 e inoltre tutte le glosse manoscritte appuntate dal filosofo di Meßkirch sulle sue copie di lavoro. Presentato con il testo tedesco a fronte, con «Nota introduttiva», traduzione e note di Marcello Barison, il volume (Martin Heidegger, «Ernst Jünger», pagg. 872, euro 35) è lo strumento fondamentale per comprendere quanto il pensiero di Jünger sia stato decisivo per la maturazione delle pagine heideggeriane dedicate alla tecnica.

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