giovedì 11 aprile 2013
Quella sinistra italiana che vede nuove forme del conflitto ogni quarto d'ora ma si sdilinquisce di più per Luxuria e la Contessa Boldrini
Geniale questa recensione, nella sua totale mancanza di senso [SGA].
"un'archeologia del presente, nello scarto tra il progressivo
affievolirsi dell'intensità dei conflitti e quanto accaduto con le
proteste studentesche e precarie alla fine del 2010, le primavere arabe,
le acampadas indignate del 2011 e le occupazioni di teatri, cinema,
officine, campi coltivati, stabili dismessi del 2012, per finire con le
nuove occupazioni degli studenti medi, il 6 dicembre scorso. Laddove
sembrava di contare sul potere di ricomposizione che, due anni fa, ad
esempio il movimento NoTav o la vicenda Pomigliano avevano additato,
quell'istanza di ricomposizione scompare negli incerti e faticosi inizi
del 2013. O meglio, rivela un'inadeguata percezione della realtà da
parte degli stessi soggetti che quei conflitti hanno prodotto. Ecco
perché è importante generare teoria critica, cioè far valere il tempo
dell'elaborazione concettuale in cui l'istanza critica si manifesta
prima e non dopo l'accadere delle lotte e delle rivendicazioni".
Risvolto
L’Italia è attraversata dalle manifestazioni. Lavoratori,
cassaintegrati e disoccupati scioperano, marciano o salgono sui tetti.
Gli strumenti del dissenso si moltiplicano: flashmob, sit-in, forconi,
autogestioni e ricorsi ai tribunali. La crisi ha travolto negli ultimi
cinque anni soggetti che non erano mai stati costretti al conflitto e al
dissenso. Pastori, agricoltori, imprenditori, camionisti scendono per
la prima volta in piazza mettendo in discussione la divisione tra destra
e sinistra, chiedono diritti e contestano la dittatura della finanza e
delle banche. Sotto attacco da parte di tutti, la classe politica e la
richiesta di una nuova forma di democrazia partecipativa. Angela Azzaro
racconta come sta cambiando il modo di ribellarsi, i conflitti, le
pratiche di lotta, e l’ampio campione di chi oggi dissente. Nuove
tecniche di rivolta è un viaggio nell’Italia che non si arrende
attraverso la voce dei diretti protagonisti, un mosaico di esperienze
vissute, luoghi e personaggi incontrati, strumenti di lotta, messo in
scena con lo stile snello e il taglio asciutto di un’autrice che senza
demagogie si attiene ai fatti che vive, vede e infine racconta.
Paolo B. Vernaglione, il manifesto | 11 Aprile 2013
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