venerdì 24 maggio 2013
C'era tanta vodka
Il rapporto sull’incontro è stato diffuso dagli Archivi britannici insieme ad altri documenti sinora segreti Come la lettera scritta al premier inglese da Ciano su Mussolini o le telefonate intercettate di Edoardo VIIIdi Enrico Franceschini Repubblica 24.5.13
scrisse nel suo rapporto.
Ora
quel documento è uscito dagli archivi di Londra, insieme ad altri
segreti della stessa epoca: una lettera scritta al premier britannico
dal conte Galeazzo Ciano, pochi giorni prima di essere fucilato in
Italia, in cui descriveva Mussolini come «un ignobile pagliaccio»; la
decisione del governo britannico di ascoltare le telefonate di re
Edoardo VIII, di cui non si fidava più, nei giorni precedenti la sua
abdicazione dal trono per poter sposare la divorziata americana Wally
Simpson; l’arresto nel 1941 di un agente dell’MI6 in Spagna,
completamente travestito da donna; un piano per eliminare il generale
nazista Rommel, «la volpe del deserto».
Churchill era arrivato a
Mosca per concordare una strategia comune contro Hitler con l’alleato
sovietico, nei confronti del quale nutriva profonda diffidenza. E il
negoziato non era andato bene, annota sir Alexander Cadogan,
sottosegretario permanente del Foreign Office, che lo accompagnava.
Nemmeno un banchetto al Cremlino per le due delegazioni era servito a
migliorare l’atmosfera. La svolta giunge la sera successiva. Churchill
chiede di cenare da soli con Stalin. Il pasto comincia alle 7. La
delegazione inglese aspetta notizie in albergo. E aspetta. E aspetta.
All’1 di notte, quando già trapela qualche preoccupazione per la sorte
del primo ministro, Cadogan viene convocato al Cremlino. Ed ecco quel
che vede: «Là ho trovato Winston e Stalin, più Molotov (il ministro
degli Esteri sovietico, ndr) che li aveva raggiunti, seduti a una tavola
ricoperta da ogni tipo di cibo, coronato da un maiale arrosto, e da
innumerevoli bottiglie. Quello che Stalin mi fece bere sembrò piuttosto
estremo; Winston, che si lamentava di un leggero mal di testa, preferiva
saggiamente limitarsi a un vinello frizzante del Caucaso, innocuo al
confronto». Il clima è cambiato. I due leader ora si intendono come
sposini. Il dittatore sovietico si spinge a dire al suo ospite, «non
sono d’accordo sulla tua opinione, ma ne apprezzo lo spirito». Insomma,
missione compiuta. Churchill e Cadogan rientrano in albergo alle 3,
«appena in tempo per fare le valige e partire per l’aeroporto alle 4 e
15», nota il consigliere del premier. Così concludendo il suo rapporto
scritto a macchina: «Si sono create le condizioni per cui ogni futuro
messaggio tra i due leader avrà il doppio del valore che aveva in
precedenza». Bevitori di tutto il mondo, unitevi.
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