Marco Gervasoni: La guerra delle sinistre. Socialisti e comunisti dal '68 a Tangentopoli, Marsilio, pp. 208, euro 19
Risvolto
Perché nell'Italia repubblicana la sinistra
non ha - se non rarissimamente espresso una premiership di governo?
Perché è apparsa, rispetto a quanto avveniva in altri contesti europei,
"figlia di un dio minore"? Mille sono le ragioni del fallimento, prima
di tutto culturale, di una famiglia politica, che pure è stata oggetto
di ammirazione, negli anni sessanta e settanta, da parte dei
progressisti di altri paesi. In questo libro Marco Gervasoni fornisce
un'interpretazione storica basata su quello che ritiene un fattore
fondamentale per la débâcle della sinistra italiana: il peso abnorme
esercitato dal comunismo, unito alla scarsa volontà, prima, e
all'incapacità poi, dei socialisti di controbattere a questa egemonia.
Da sempre viva, per ragioni sistemiche e ideologiche, la competizione
tra le due sinistre, Psi e Pci, si inasprì davanti alla sfida culturale
rappresentata da Bettino Craxi a cui il Pci reagì trasformando il
segretario socialista nel principale dei propri nemici. Così, se per
Craxi Enrico Berlinguer era un politico refrattario alla modernità; per
il segretario Pci, il leader socialista era un "bandito politico". Due
personalità carismatiche opposte tra loro tanto da far intravedere due
Italie: irrimediabilmente in crisi (economica, morale e politica) quella
di Berlinguer; dinamica e aperta al mercato e ai consumi, quella di
Craxi.
Nel libro di Marco Gervasoni, "La guerra delle sinistre" (Marsilio), la rivalità tra Craxi e Berlinguer e i conflitti che ne sono seguiti. Perché la sinistra italiana è sempre stata “costretta” a esecutivi di coalizione con forze di centro
Massimiliano Panarari Europa 29 settembre 2013
Lotte intestine e danni mortali
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Il fattore K e il fattore Craxi
Antonio Carioti La Lettura
Il peccato originale del Pd? Non fare i conti con Craxi
Un saggio dello storico Gervasoni spiega come gli eredi del comunismo cerchino di scippare il patrimonio del socialismo italiano. Dopo averlo demonizzato
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